I due carabinieri che hanno ucciso Stefano Cucchi saranno espulsi dall’Arma

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I due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro "perderanno lo status militare" dopo essere stati condannati in via definitiva per l'omicidio di Stefano Cucchi

In attesa di conoscere la sentenza definitiva sugli otto carabinieri condannati in primo grado nel processo sui depistaggi del caso Cucchi, i due responsabili della morte del geometra romano – Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro – che hanno visto il loro iter giuridico concluso con la conferma da parte della Cassazione dello scorso 5 aprile “perderanno lo status militare, già in applicazione delle pene accessorie di interdizione perpetua dai pubblici uffici”. In pratica, saranno espulsi dall’Arma. Lo ha confermato in un’intervista a La Stampa il comandante generale dei carabinieri Teo Luzi, che non ha fatto altro che applicare un automatismo previsto dalla legge, pur spendendo parole non scontate per commentare l’intera vicenda: “Indipendentemente dalla presunzione di innocenza e dall’esito di entrambi i processi – ha spiegato Luzi – sento il dovere di dire che l’Arma ha vissuto con profonda sofferenza l’intera vicenda per la gravità delle condotte contestate, radicalmente lontane dai principi e dai valori che da sempre contraddistinguono l’impegno dei carabinieri al servizio del Paese e dei suoi cittadini”.



I due carabinieri che hanno ucciso Stefano Cucchi saranno espulsi dall’Arma

Il comandante generale dei carabinieri ha espresso vicinanza alla famiglia di Stefano Cucchi e si è augurato “una rapida definizione” delle posizioni degli altri uomini dell’Arma coinvolti nei processi collaterali a quello sull’omicidio. Intanto, però, sono già stati tutti trasferiti “da incarichi di prestigio e funzioni di particolare responsabilità a incarichi d’ufficio”, fin dal momento in cui sono stati rinviati a giudizio. “Dai prossimi giorni – spiega Luzi – saranno posti a disposizione per svolgere compiti esclusivamente interni, senza personale alle dipendenze. Si tratta dello stesso tipo di provvedimento adottato in casi analoghi da altre Amministrazioni dello Stato e che garantisce – fino al giudicato – l’assenza di qualsiasi vulnus nell’esercizio delle funzioni svolte”. Il Comando Generale dell’Arma ha anche annunciato che provvederà ai risarcimenti decisi per le parti civili: “Lo dobbiamo a tutti i carabinieri e ai cittadini, la cui fiducia alimenta il nostro impegno ed è motivo stesso del nostro essere. Eventuali somme risarcitorie saranno incamerate dall’Erario”.