“Hanno migliorato la vita dei ceti popolari”, Adinolfi sta dalla parte di Orsini su Putin e Mussolini

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Il leader del Popolo della Famiglia "difende" il racconto del professore della Luiss sul nonno (bambino) che viveva felicemente sotto il fascismo

Hanno fatto anche cose buone e da queste deriva l’ampio consenso. Mario Adinolfi, ancora una volta, prende una posizione netta e ben delineata su tutte quelle situazione di contorno (dialettico) che si sono create in Italia attorno all’invasione russa dell’Ucraina e alla guerra voluta da Vladimir Putin. Già in passato aveva detto che il leader del Cremlino “ha le sue ragioni” e oggi scende in campo per “difendere” Alessandro Orsini finito – ancora una volta, anche in questo caso – nel mirino delle critiche per aver detto che suo nonno, quando era bambino, vive felice sotto il fascismo.



Adinolfi difende Orsini e il racconto sul nonno felice sotto il fascismo

Attraverso il suo sempre attivissimo profilo Twitter, il leader del Popolo della famiglia ha definito le contestazioni contro le ultime dichiarazioni del professore di Sociologia dell’Università Luiss “un tabù”. Perché, secondo lui, ci sono dei fattori storico-sociali che hanno portato a un ampio consenso nei confronti del Duce.



“Il tabù ritorna: molti non capiscono come si possa preferire una dittatura che garantisce ordine e crescita a una democrazia inefficiente che causa confusione e impoverimento. Mussolini e Putin hanno migliorato le condizioni di vita dei ceti popolari. Ne deriva ampio consenso”.

Meglio una dittatura di una democrazia, secondo Adinolfi che poi prosegue sostenendo che sia Putin sia Mussolini abbiano ottenuto ampio consenso per aver migliorato le condizioni di vita dei ceti più popolari. Il leader del Cremlino nella Russia contemporanea, il dittatore del regime fascista durante la sua presa di potere tra le due guerre Mondiali. Insomma, il leader del Popolo della Famiglia, ancora una volta, non parla di libertà inesistenti – almeno per quel che riguarda Mosca e dintorni – e, anzi, si spinge in un’analisi sociologica di un Paese in cui i più basilari diritti umani vengono soppressi. Per non parlare della situazione economica di quei ceti popolari.