La risposta di Ruth Dureghello a Fini convinto che l’esercito tedesco in Italia “si comportò con correttezza”

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La presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello risponde a Massimo Fini che in un articolo sul Fatto Quotidiano si spingeva ad affermare che l’esercito tedesco in Italia “si comportò con correttezza”

La presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello risponde all’articolo comparso ieri sul Fatto Quotidiano a firma Massimo Fini nel quale il giornalista e attivista lombardo si spingeva ad affermare che l’esercito tedesco in Italia “si comportò con correttezza” mettendo in secondo piano crimini di guerra come quelli perpetrati a Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto dalle SS. “Innumerevoli sono stati gli stupri dei soldati americani”, aveva aggiunto. “Io non ho aspettato Luciano Violante – dice in un altro passaggio – per affermare che i ragazzi che andarono a morire per Salò avevano pari dignità con i partigiani. Le due parti si battevano per valori diversi: per la libertà i partigiani, quelli veri, per l’onore e la lealtà i giovani fascisti. Lealtà nei confronti dell’alleato tedesco”.



La risposta di Ruth Dureghello a Fini convinto che l’esercito tedesco in Italia “si comportò con correttezza”

“È negazionismo – la posizione di Dureghello in un Tweet – affermare come fa Massimo Fini sul Fatto che in Italia le SS si comportarono con correttezza. Le deportazioni degli ebrei o le Fosse Ardeatine non sono episodi casuali, ma l’essenza dell’ideologia nazista che oggi qualcuno vuole banalizzare, difendere e promuovere”.




Emblematica la testimonianza di un utente: “Mamma Manasse oggi ha 106 anni. Sfollata a Castell’Arquato per sfuggire alla deportazione doveva cospargere i capelli di farina e camminare ingobbita per sembrare vecchia, perché le SS di passaggio violentavano in libertà. Fini può venire da noi a sentirselo raccontare”.