Due strane coincidenze nella vicenda di Paolo Saolini e dell'ordigno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-07

Il nome del collaboratore di Frongia era diventato pubblico nel corso di una vicenda legata allo stadio della Roma. Poi si era parlato di lui in relazione alla polemica sugli stipendi dello staff della Giunta. Qualche giorno fa sui giornali si è parlato di nuovo dell’impianto di Tor di Valle. Il giorno prima della pubblicazione degli articoli è stato ritrovato l’innesco

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Paolo Saolini è l’avvocato e responsabile degli affari legali di Daniele Frongia che ha trovato davanti alla sua abitazione ai Parioli l’innesco di un ordigno composto da un piccolo involucro da cui fuoriuscivano fili, con dentro tre batterie chiuse, ma senza polvere esplosiva. La Digos sta indagando sull’accaduto per verificare se si tratta di un avvertimento nei suoi confronti e se il tutto può avere un risvolto politico legato al suo incarico in Campidoglio. Ci sono due strane coincidenze che potrebbero essere importanti ai fini dell’indagine.

Due strane coincidenze nella vicenda dell’ordigno in casa di Paolo Saolini

Innanzitutto c’è da segnalare che il nome di Saolini era già finito sui giornali all’epoca della polemica sugli stipendi dello staff del Campidoglio: insieme al collega Eric Sanna, Paolini era indicato per i suoi emolumenti (che ammontano a 88728 euro lordi) per la presenza nello staff di Frongia. Ma siccome all’epoca – come potete vedere dalla tabella pubblicata ad agosto scorso dal Messaggero – il suo stipendio non era tra quelli più alti (essendo superato da Carla Romana Raineri, poi dimissionaria, e Teodoro Fulgione, attuale portavoce di Raggi) questo episodio non dovrebbe essere collegato alla storia dell’ordigno.

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I compensi dello staff di Virginia Raggi e della giunta (Il Messaggero, 13 agosto 2016)

Molto più significativa è l’occasione – temporalmente precedente – in cui il nome di Saolini è finito sui giornali. L’avvocato infatti inviò a nome del suo assistito una diffida via mail a Ferdinando Magliaro e al Tempo per un’intervista a proposito dello Stadio della Roma pubblicata sul quotidiano romano. Riepiloghiamo brevemente:  Il Tempo pubblica un articolo in cui racconta che l’iter dello stadio della Roma è fermo al Comune, in attesa della scadenza del 28 agosto, data ultima entro la quale deve essere inviato alla Regione: il vicesindaco Frongia dice che la mancata trasmissione dei documenti alla Regione è dovuta a “questioni tecniche ed urbanistiche non politiche”. Il giorno dopo il Tempo pubblica, a firma di Ferdinando Magliaro, un’intervista proprio a Daniele Frongia, nel quale il vicesindaco dice: “La cosa che ribadiamo è che noi vogliamo lo stadio purché si rispetti la legge. E per stadio di calcio, per l’Amministrazione Raggi intendiamo uno stadio di calcio. Questo è un intervento urbanistico e lo sport, il calcio, c’entra poco“. Ora, come tutti sanno, il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle comprende una serie di interventi urbanistici. Frongia è evasivo, soprattutto nei confronti dell’ipotesi di cancellare il pubblico interesse dall’opera, uno dei modi che il Comune avrebbe per fermare il progetto. Questa è una proposta fatta dal sindaco Raggi e dall’assessore Berdini. Lui prima dice che l’ipotesi non è stata discussa, poi che potrebbe esserlo in futuro. Su Facebook Frongia “smentisce” l’intervista. A quel punto Il Tempo pubblica la registrazione dell’intervista e i messaggi su WhatsApp scambiati con il vicesindaco, dove si ascolta la voce di Frongia.

E allora il vicesindaco fa scrivere al suo avvocato intimando la rimozione del file (che si trova da Youtube) e preannunciando richieste di risarcimento danni (e non querele…) per l’accaduto. Nell’occasione il Tempo pubblica anche la mail di Saolini e così il suo nome diventa pubblico. Con una semplice ricerca su Google è facile collegare, dopo Ferragosto, il nome dell’avvocato personale di Frongia con quello del collaboratore dello staff del vicesindaco.

Lo stadio della Roma e Paolo Saolini

Cercando sempre su Google Paolo Saolini Avvocato si trovano, tra i primi risultati, due diversi studi legali: uno di essi si trova ai Parioli, l’altro vicino alla Salaria. Chi avesse voluto trovare un indirizzo di Saolini al quale rintracciarlo – e magari da lì risalire all’indirizzo di casa – avrebbe trovato tutto “apparecchiato” e due mesi di tempo da quando la notizia è stata pubblicata. E questa è la prima coincidenza. Vediamo la seconda.  Il ritrovamento dell’innesco di ordigno è avvenuto martedì. Mercoledì, sul Tempo e sempre a firma di Fernando Magliaro, esce un articolo in cui si parla proprio dello stadio della Roma.

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L’articolo sullo stadio della Roma sul Tempo di mercoledì 5 ottobre 2016

Il pezzo di Magliaro, che ha mirabilmente seguito il dossier per il quotidiano romano dall’epoca delle prime fasi preparatorie, sostiene che due delle tre torri che facevano capo al progetto iniziale presentato dalla società giallorossa non saranno più costruite perché una delle due, destinata a Unicredit, potrebbe non servire più visto che la banca intende provare a trasferirsi alle Torri dell’Eur appena rifiutate da Telecom. In base a questo cambio nel progetto, racconta sempre il Tempo, non verranno però costruite infrastrutture che erano comprese nel dossier iniziale:

Avremo due grattacieli in meno, nessun nuovo ponte sorgerà sul Tevere e il prolungamento della metro B non si farà più. Col risultato che per andare a vedere i giallorossi, i tifosi – finanche quelli di Decima, Malafede, Torrino più prossimi allo stadio – avranno una sola strada percorribile dove rimanere imbottigliati: la via del Mare. Con tanti saluti all’avveniristico progetto del presidente Pallotta e del costruttore Parnasi. Una rivoluzione urbanistica che Il Tempo vi racconta in esclusiva. Tifosi a parte, gli altri protagonisti della partita potranno dirsi contenti: l’assessore grillino all’Urbanistica, Paolo Berdini, per aver ottenuto la riduzione delle cubature; Pallotta e Parnasi perché spenderanno meno (oltre mezzo miliardo sul miliardo e 650 milioni di euro previsti); si sistemeranno le Torri dell’Eur dove potrebbe andare Unicredit; Telecom risparmia e potenzierà le sedi di Pomezia, Parco Leonardo e Torpagnotta; e Cassa Depositi e Prestiti si libererà dell’ingombrante scheletro delle Torri dell’Eur.

Il giorno dopo (ovvero ieri, giovedì: non dimentichiamo che l’innesco di ordigno è stato ritrovato martedì sera) le cronache locali dei quotidiani romani riprendono e sostanzialmente confermano l’ipotesi illustrata dal Tempo. Ora, è evidente in base al calendario che l’articolo del Tempo (e quelli successivi degli altri quotidiani) non può essere stato la causa scatenante dell’ordigno ritrovato a casa di Saolini; ma considerando che Frongia ha la dedica allo Sport nella giunta Raggi e che, a quanto pare, Saolini seguiva proprio quel dossier per conto del vicesindaco, l’una, l’altra o entrambe le coincidenze (per quanto riguarda la seconda si intende la fuga di notizie alla base dell’articolo pubblicato il giorno dopo, ovviamente) illustrate potrebbero essere in qualche modo collegate con l’accaduto.

Leggi sull’argomento: Paolo Salini: il collaboratore di Frongia che ha trovato l’innesco di un ordigno a casa sua

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