La guerra di Michele Emiliano a Matteo Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-29

«Pronti alle carte bollate per obbligare Renzi a fare il congresso», dice il presidente della Regione Puglia a In 1/2 Ora: «Io credo che i rapporti tra Renzi e il resto del mondo siano molto complicati in questo momento»

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“Siccome questa posizione è insostenibile, si può perfino arrivare alle carte bollate per obbligarlo a fare il Congresso”: il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano a ‘In 1/2 ora’ oggi non gliele ha mandate a dire a Matteo Renzi, tornando a chiedere la convocazione del congresso per la segreteria del Partito Democratico. “Io – ha aggiunto – consiglio vivamente al segretario di iniziare immediatamente la procedura per il congresso perché se non lo fa è in una tale difficoltà politica che rischia di uscirne assolutamente azzerato come soggetto legittimato a guidare il partito”. “Quindi – ha rilevato Emiliano – prima cominciamo meglio è”.

La guerra di Michele Emiliano a Matteo Renzi

Emiliano ha poi spiegato che “se Renzi non ci dà un segnale rapidamente, cominciamo a raccogliere le firme tra i militanti del partito che non vogliono vedere il partito esplodere in mille pezzi nella dialettica tra Renzi e D’Alema”. “La raccolta delle firme – ha precisato – penso si possa cominciare a fare anche in settimana”. Quanto alle parole pronunciate ieri da D’Alema, che ha paventato una possibile scissione qualora si vada a elezioni senza avere prima celebrato il congresso Pd, Emiliano ha detto di non credere che “D’Alema abbia intenzione di avviare personalmente una scissione, tant’è che ha adoperato un termine diverso: ha detto ‘liberi tutti'”. “Significa – ha spiegato Emiliano – che il suo tentativo da sinistra di ricostruire le ragioni di un Pd che non trascuri questa tradizione politica, fallisce. E dopodiché noi ci dobbiamo trovare un sistema per riportare gli italiani a poter votare per un soggetto che corrisponda al progetto originario del Pd”. “Io – ha rilevato il governatore pugliese – escludo che Renzi possa prendere il suo partito e suicidarlo in una ipotesi nella quale, come se fossimo in un piccolo Comune, fa uno strappo e va avanti. Poi gli altri del Pd fanno una lista civica, fanno confusione”. “Di solito – ha aggiunto – in questo caso vince la destra o il M5S. E noi facciamo la figura di quelli che per tutelare noi stessi sacrifichiamo l’interesse comune. Non posso pensare – ha concluso – che Renzi arrivi a questo”.
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Emiliano poi è tornato a dire di avere intenzione di candidarsi contro Renzi: “Se c’è un congresso, e mi auguro ci possa essere una unica candidatura alternativa a quella del segretario uscente, e se io capisco che questa candidatura può essere utile e incarnata da me, non ho nessun problema. Se ce n’è un altro che funziona meglio di me non ho nessun problema a fare campagna elettorale per lui”.  “Io sono disposto a tutto – ha aggiunto

Le risposte dei renziani

Per Emiliano, l’ex premier “in 18 mesi” è riuscito a “disperdere un patrimonio di credibilità che aveva messo insieme attraverso le primarie e una certa genialità dal punto di vista ‘militare’: era – ha concluso – veramente difficile”. “Io credo che i rapporti tra Renzi e il resto del mondo siano molto complicati in questo momento”. Mentre l’ex premier, non si è dato nemmeno la pena di rispondere, le repliche dei renziani non hanno tardato ad arrivare: “Emiliano usa le carte bollate contro o statuto del Pd? Una bella concezione della democrazia interna e delle regole. Congresso previsto a dicembre”, ha scritto su Twitter Andrea Marcucci, imitato da Verducci e Carbone.
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Ha parlato anche il presidente della Commissione di Garanzia Gianni Dal Moro: “Le parole del presidente Emiliano non sono accettabili, perché demoliscono le regole di vita democratica del nostro partito. Emiliano invoca il congresso ma sa che le regole sono chiare in proposito e che la commissione nazionale di garanzia ne ha sempre assicurato il rispetto”. “Sotto la mia Presidenza – dice Dal Moro – abbiamo affrontato casi delicati e complicati e tutte le deliberazioni della commissione di garanzia, dove tutte le componenti sono rappresentate, sono state assunte con mai un voto contrario. Per questo non posso accettare quanto affermato dal Presidente Emiliano e cioè che si dica che se il Segretario Matteo Renzi non convoca ora il congresso non starebbe rispettando lo Statuto, perché è una falsità e mima la credibilità della Commissione che presiedo. Quanto deliberato invece a larghissima maggioranza nell’ultima assemblea nazionale del partito e quanto sin qui deciso dal segretario nazionale è pienamente nel rispetto delle regole”.

Leggi sull’argomento: Michele Emiliano si candida a segretario del Partito Democratico

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