“Dobbiamo mettere l’accento sulla parola unità e non sulla parola divisione, sulla parola collegialità e non sulla parola solitudine. Non dobbiamo paralizzarci su questa idea di vivere il pluralismo come un problema”. È rivolto agli amministratori del Lazio ma sembra parlare alle mille anime del Pd il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che quest’oggi ha incontrato i circa 200 sindaci promotori dell’Alleanza del fare che ha portato alla vittoria elettorale del 4 marzo. È stato in realtà lo stesso Zingaretti a confessare che il suo pensiero è rivolto non solo agli amministratori locali ma soprattutto al Partito Democratico, uscito con le ossa rotte dalle ultime tornate elettorali, Lazio escluso.
“L’alleanza del fare nata in questa regione è stata diversa da altre esperienze politiche del passato perché è nata su un’idea di alleanza non legata a vecchi schemi precostituiti- ha spiegato- È chiaro però quanto ci sia bisogno di una alleanza larga, diversa, differente e plurale anche in Italia”. Zingaretti, poi, ha divulgato un vero e proprio manifesto politico per il centrosinistra italiano. “C’è bisogno di innovazione nel Lazio come in Italia- ha spiegato- Ma vicino a questa parola ci metto anche la parola giustizia con al centro i diritti delle persone”.
La nuova alleanza proposta dal presidente al campo del centrosinistra ricalca quella delle regionali. “Uniti come alle regionali si trovano più persone e aumentano le possibilità di condivisione”, ha spiegato Zingaretti ricordando anche il ruolo che potrebbero giocare “sindaci e associazioni oggi in attesa. Persone isolate o sparse che se si riaprisse una missione, un movimento o un progetto per l’alternativa potrebbero diventare protagoniste. Dobbiamo prepararci a riorganizzare le forze – ha aggiunto- Ma questo non vuol dire che come Pd dobbiamo proporre agli altri di aderire a un progetto. Dobbiamo anzi chiamare tutti a partecipare alla costruzione di un progetto per l’alternativa. Non possiamo avere la presunzione di decidere e poi dire: ‘venite'”. “Non rendiamo l’esperienza di questa alleanza un fatto burocratico- ha concluso il governatore – ora credo e mi auguro che si faccia un congresso vero, sicuramente prima delle elezioni europee. Non voglio un congresso autoreferenziale di un partito ferito e dovrà essere un’occasione di discussione aperta e costituente ma aperta alla società”.