Ennesimo colpo ai no vax: dopo lo stop alla maggior parte delle attività ricreative, alle quali dal 6 dicembre si potrà accedere soltanto col Super Green Pass rilasciato in caso di vaccinazione o guarigione dalla malattia, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ordina la stretta sui tamponi gratuiti erogati dalle Ulss. Resteranno disponibili soltanto per chi rientra nelle categorie a rischio o ha i sintomi della positività al Coronavirus.
Il motivo della decisione risiede nella carenza di personale nelle aziende sanitarie, che con l’aumento dei casi non può più continuare a sprecare energie per garantire il Green Pass temporaneo a chi ha deciso di non vaccinarsi. “Per noi il servizio al cittadino è inviolabile – ha detto Zaia in un’intervista a La Stampa – e non ci sono differenze di scelte vaccinali, però il problema è che ci sono le priorità e in questa fase con un’alta circolazione del virus siamo arrivati quasi al collasso dei tamponi per uso diagnostico”. Il Veneto è tra le regioni che fanno più tamponi in Italia, circa 140mila al giorno. “Però quando tu hai tremila contagiati – prosegue il governatore – come nella giornata di oggi, si devono fare delle scelte. Per non parlare del fatto che i tamponi ci servono anche per le scuole: abbiamo quasi 500 contagiati tra gli studenti e dobbiamo monitorarli. Insomma, c’è una scala di priorità che va rispettata”.
Quanto al dato sui no vax, per Zaia è “scandaloso” che ci sia ancora un 25 /30 per cento di adulti che ancora devono vaccinarsi, ma resta scettico sull’obbligo: “Prevederebbe il Tso, ed è fattibile in un Paese in cui non possiamo nemmeno chiedere la carta d’identità ad un cittadino? Per favore siamo seri”. Il governatore ci ha tenuto però a lasciare un appunto ai no vax: “In Veneto l’80% di quelli in terapia intensiva sono non vaccinati, così come il 55% degli ospedalizzati nei reparti normali”.