Vittorio Sgarbi ha un potere immenso e quasi sovrannaturale: rendere macchiettistico qualsiasi argomento affronti, soprattutto se legato a temi di stretta attualità. Il critico d’arte, parlamentare della Repubblica Italiana, sindaco si Sutri e assessore mancato (è durato meno di 24 ore) in un Municipio di Roma, torna a ripetersi dopo molte uscite fuori luogo fatte durante questa lunga pandemia. E, questa volta, il tema è quello della “pacca sul sedere” – che è una molestia sessuale, come previsto dalla legge e dalle sentenze della Cassazione (che fanno giurisprudenza) – subita dall’inviata di Toscana Tv Greta Beccaglia sabato scorso, mentre effettuava il suo collegamento in video fuori dallo Stadio “Castellani” di Empoli.
“Oggi sono stato insistentemente toccato da due donne che mi hanno sfiorato il culo e non ho denunciato. Gli omosessuali che incontro mi toccano sempre le palle e non ho mai detto niente – ha detto Vittorio Sgarbi ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica (Rete4) -. Se un omosessuale mi tocca le palle lo prendo per una battuta e mi capita sempre. Una donna può stare al gioco, oppure può denunciare ed essere risarcita con 1000 euro. Fai una multa contro la maleducazione, non parli di violenza sessuale. Non è violenza, non è violenza, non è violenza”.
Il tutto è stato condito da un confronto acceso con Paolo Cento – anch’egli ospite negli studi Mediaset – che provava a controbattere a questo assurdo parallelo tra il racconto del deputato multitasking e la molestia subita dall’inviata di Toscana Tv per mano di Andrea Serrani, “tifoso” della Fiorentina. E alle contestazioni, Sgarbi ha replicato con tutto il suo classico vocabolario: dal “vaffanc*lo” ripetuto al “cogl*one” come sentenza definitiva.
Ma Vittorio Sgarbi non è nuovo a uscite di questo tipo. Perché se oggi utilizza questi termini e paragoni fantasiosi per derubricare quanto accaduto a Greta Beccaglia, in passato aveva utilizzato parole vergognose nei confronti di Cecilia Strada.
“La figlia di Gino Strada può stare tranquilla: non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi – scriveva su Facebook nel giorno di San Valentino del 2018 -. La figa è un’altra cosa, e non ha orientamento politico. Per questo faticherà a trovare anche comunisti disposti a fare sesso con lei. Diciamo che la questione non è politica, e finirei qui”. Stupirsi, dunque, del suo atteggiamento anche sulla violenza subita, in diretta tv, da Greta Beccaglia è superfluo. I sintomi erano già evidenti. Da tempo.
(foto da Instagram)