Le ossa ritrovate a Villa Moglia e la presunta pista del satanismo

Due "ricercatori" ormai da due anni vengono spesso a Villa Moglia. E dicono di aver sentito "una voce"

La Stampa racconta oggi una storia che riguarda Villa Moglia, una dimora del Settecento, disabitata ormai da più di vent’anni, alle porte di Chieri tra le colline verso Pecetto e Pino Torinese. È conosciuta, scrive il quotidiano, come la «villa dei misteri», teatro di riti satanici e messe nere, anche se in realtà qualunque zona d’Italia ha una “villa dei misteri” dove è accaduto qualcosa che però non si sa etc.



L’ultimo giallo è di questi giorni: uno studioso di fenomeni paranormali Daniele Lionello, 58 anni, e la moglie Nicoletta Branco, 42 anni, sensitiva, che vivono in Val di Susa, hanno denunciato di aver scoperto delle ossa umane in una buca nel pavimento di un sotterraneo. Hanno chiamato i carabinieri e i militari del nucleo operativo di Chieri hanno prelevato otto frammenti di ossa, mettendo anche sotto sequestro l’edificio. Il magistrato ora indicherà un perito che dovrà esaminare i reperti e stabilire se si tratta effettivamente di ossa umane.

I due studiosi non hanno dubbi: «Quel pomeriggio c’era con noi un paramedico del 118, lui sostiene che si tratti di frammenti della scatola cranica e di una rotula». Le ossa erano in una buca nel pavimento: «Lo scavo era parzialmente ricoperto, molto materiale era ancora vicino al buco». Come se qualcuno avesse interrotto l’operazione di occultamento. «Chissà – dice Lionello – quella villa è piena di voci, i muri parlano. Noi abbiamo apparecchiature sofisticate con le quali le abbiamo registrate».



Una foto di Villa Moglia scattata dal team PPI (Paranormal Photography Investigation)

I due “ricercatori”, con altri appassionati che si confrontano sulla pagina Facebook del Ppi (Paranormal Photography Investigation), ormai da due anni vengono
spesso a Villa Moglia. E dicono di aver sentito “una voce”:

La voce avrebbe anche dato indicazioni precise sull’«età» delle ossa: «Ci ha detto, in francese, che sono lì da dieci anni». Ora saranno gli accertamenti della Procura a stabilire a quando risalgono i resti, sempre che siano di origine umana. Ma secondo la «sensitiva» valsusina apparterrebbero a una ragazza giovane, «presumibilmente di colore», sepolta in quell’angusto anfratto in seguito ad un brutto fatto di cronaca nera.



Il rischio è che succeda come in casi di cronaca di questi giorni: che le ossa riguardino altre epoche storiche. E che il satanismo, che come il nero sta bene su tutto, non c’entri nulla.

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