L’UPB spiega perché i conti del governo non tornano

Categorie: Economia, FAQ

L'Authority che sorveglia i conti pubblici motiva la bocciatura del piano di Tria. E le sue parole andranno ricordate nel futuro prossimo

Ieri il ministro Giovanni Tria ha fatto sapere che, a differenza di quanto fatto da Padoan, il governo non intende modificare la NaDEF dopo le critiche dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ormai indicato come nuovo Nemico del Popolo nonostante la grillina Laura Castelli tessesse i suoi elogi nel 2016, quando l’UPB criticava la finanziaria di Renzi. Oggi l’Authority risponde in un articolo pubblicato da La Stampa spiegando i motivi della sua bocciatura. E queste parole vanno ricordate come monito per il futuro (prossimo):



Uno dei nodi principali è il calcolo ai fini del Pil nominale del mancato aumento dell’Iva. Su questo le previsioni dell’Upb restano distanti da quelle del governo . La spiegazione offerta ieri dal ministro Tria in Parlamento non ha cambiato le carte in tavola. Dentro l’Ufficio la critica di Tria viene accolta con sorpresa: «Informazioni obsolete? Macché. Abbiamo usato gli stessi dati, non siamo abituati a sommare mele con pere, abbiamo adeguatamente valutato la disattivazione delle clausole Iva, ma c’è uno scarto troppo ampio per poter validare le previsioni del governo», spiegano. In ballo ci sono 5-6 miliardi che possono cambiare il rapporto tra debito e Pil. «In passato con scostamenti dello 0,2 abbiamo dato l’ok, ma qui la forbice oscilla tra 0,4 e 0,7, troppo alta».

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (La Stampa, 11 ottobre 2018)

La bocciatura arriverà ancora una volta con una lettera ufficiale. «Noi non entriamo nella discussione politica, è chiaro che l’ultima parola spetta al governo, ma abbiamo il dovere di rendere pubbliche le nostre stime con rigore». Tra i professori dell’Upb (nominati nel 2014 dai presidenti delle Camere quando è nato l’organismo) non si percepisce un clima di assedio o di delegittimazione. Anche perché, viene fatto notare, le critiche sulla presunta parzialità degli arbitri sono arrivate solo da alcuni pentastellati, neppure dai vertici, e ancora meno dalla Lega.



Foto copertina da: Pietro Grasso su Facebook

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