Un terremoto senza ricostruzione

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Dopo 3 anni, 50 mila privi di case. In alloggi di emergenza gli sfollati costretti a vivere tra pavimenti ammuffiti e boiler rotti

Flavia Amabile sulla Stampa di oggi pubblica un reportage sul terremoto dell’Italia Centrale, dove dopo 3 anni ci sono ancora 50mila persone prive di casa che vivono in alloggi di emergenza:



Ci sono quasi 50 mila persone senza casa, la maggior parte hanno scelto il contributo di autonoma sistemazione (il 77%), 1364 persone sono ancora negli alberghi. In 8108 hanno scelto di abitare nelle Sae, le casette di emergenza dove stanno crescendo i figli e vedendo invecchiare i genitori, subendo disagi dai pavimenti ammuffiti ai boiler rotti frutto di lavori spesso superficiali e approssimativi. Sono i nuovi villaggi dell’Appennino, una ferita ulteriore in un territorio già provato, una colata di cemento nel cuore verde dell’Italia dove un tempo si incontravano solo borghi medievali, torri, vicoli lastricati.

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Le cifre del terremoto senza ricostruzione (La Stampa, 18 agosto 2019)

Mentre il cemento si fa strada, Arquata del Tronto ha perso circa la metà della popolazione, Amatrice 4 persone su 10. Come dare torto a chi va via? La ricostruzione non c’è ancora, proprio come non c’era lo scorso anno. Sono 2788 le domande presentate ad aver ottenuto il via libera ai lavori, più o meno una su tre rispetto a quelle presentate e il 3,5% rispetto al totale di chi ha subito danni. Dal 10 agosto 2017 al 25 giugno 2019 i fondi messi in circolo dalla Cassa Depositi e Prestiti per la ricostruzione privata sono 200 milioni di euro, un’inezia rispetto a un’operazione che secondo le stime della Protezione Civile si aggirerà in totale sui 22 miliardi.

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