Ancora fake news sul ddl Zan. Gli oppositori del disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo stanno sfruttando tutte le frecce nella loro faretra per portare avanti la propria propaganda. E per farlo utilizzano due strumenti che, messi insieme, danno vita a un mix esplosivo che – però – si basa sul nulla: i social network e le bufale. Protagonisti di questo ennesimo capitolo di questo libro nero sono tre personaggi: Silvia Pini, Umberto Morazzoni e Zain, già grandi protagonisti sui social per “trasmissioni” complottiste, anche sulla pandemia.
I pochi istanti immortalati nel video sono la sintesi di tre tra le più grandi fake news sul ddl Zan:
“Un adulto di 60 anni potrà avere rapporti con un neonato”.
“Questa è gente che violenta anche i neonati”.
“Se a te piace un bambino di 3 mesi non sei perseguibile”.
Ovviamente nulla di questo è vero e basta leggere il testo (i tre personaggi in questione fanno finta di leggerlo, non capendone il senso e mistificando le interpretazioni) dando vita a queste fake news che si uniscono a tutte le altre bufale messe in giro nel corso degli ultimi mesi.
“Queste sono solo tre frasi agghiaccianti riferite al ddl Zan dette da questi tre signori in una diretta Facebook durata quasi due ore e vista da oltre 75mila persone – ha scritto su Facebook il deputato del Pd, primo firmatario del disegno di legge in attesa di approvazione al Senato dopo il parere positivo della Camera -. È sconcertante il livello di gravità di fake news che stanno circolando sulla legge contro i crimini d’odio, menzogne che stanno degenerando nell’attacco personale verso chi lotta per questo traguardo di civiltà. È ora di porre fine a questo delirio. Cara Silvia Pini, caro Umberto Morazzoni, caro Zainz: sarà un piacere trascinarvi in tribunale”.