C’è lo studente di piazza Tien An Men che mette il suo corpo davanti ai carri armati. C’è Gandhi che insegna agli inglesi la civiltà attraverso la non violenza. E poi c’è Ubaldo Bocci da Firenze che ad Agorà spiega che si è sacrificato nel prendere il bonus 600 euro per le partite IVA allo scopo di dimostrare che la legge era sbagliata e sostiene di aver dato tutto l’emolumento in beneficenza (e così ha fatto beneficenza con i soldi dello Stato, cioè i nostri).
Nel suo intervento ad Agorà l’ex candidato del centrodestra e oggi capo dell’opposizione in comune, dove è l’eletto con il reddito più alto, 254 mila euro di imponibile nel 2018 spiega: «Io mi rendo conto… sicuramente la motivazione di partenza era legittima perché volevo dimostrare che la legge era fatta male. Appena arrivato il bonifico da 600 euro ho girato i soldi in beneficenza. Forse ho sbagliato? Di certo l’ho fatto in buonafede e l’ho detto che l’avrei fatto. Questa cattiveria assurda… vengo dipinto come se fossi un mafioso… ho dichiarato che li ho presi e li ho dati in beneficenza».