Il TAR e lo stop alla liquidazione di Roma Metropolitane

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Il Tribunale Amministrativo Regionale accoglie il ricorso di Fassina e Melara, ex amministratrice AMA. Il 6 novembre la decisione nel merito

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva cautelare della liquidazione di Roma Metropolitane presentata dal consigliere dell’opposizione Stefano Fassina,  dall’avvocato Luisa Melara (già presidente di Ama) che ha scritto materialmente l’atto, dai sindacati confederali e dalla stessa Roma Metropolitane. La magistratura contabile deciderà definitivamente il prossimo 6 novembre sul ricorso che chiede l’annullamento della delibera comunale passata in Assemblea capitolina nel caos per avviare il commissariamento dell’azienda. E potrebbe anche decidere di dare ragione al comune, come è successo per il ricorso sull’Uomo Vitruviano a Parigi.



Roma Metropolitane: il tratto di Metro C progettato che non sarà realizzato (Repubblica, 4 novembre 2016)

Da Palazzo Senatorio si aspetta il 6 novembre – «Attendiamo la decisione nel merito», fa sapere l’assessore al Bilancio e alle partecipate Gianni Lemmetti – ma intanto la mossa rallenta la tabella di marcia che si era data il Campidoglio: domani, infatti, si sarebbe dovuta tenere l’assemblea di Roma Metropolitane, con il socio unico (il Comune) pronto ad approvare la liquidazione, ora rinviata a data da destinarsi.

Nel ricorso si segnala che la procedura seguita dal Comune è illegittima: non sono stati acquisiti i pareri obbligatori ma non vincolanti delle commissioni consiliari Trasporti e Bilancio e quello dell’Oref, l’organo di vigilanza finanziaria sull’attività del Comune; manca la cosiddetta “motivazione analitica”, imposta dalla legge Madia; l’atto è stato firmato dal direttore generale di Roma Capitale, Franco Giampaoletti, quando il suo interim sulle partecipate era scaduto da giugno. Ma soprattutto si smentisce che, a differenza di quanto sostenuto dall’azionista, la Madia stessa escluda una ricapitalizzazione; che manca una vera certificazione dei conti; che, soprattutto, una società in liquidazione possa portare avanti progetti infrastrutturali della portata di quelli in capo a Roma Metropolitane.



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