Manca ancora il testo del nuovo decreto che aggiornerà le misure per contenere l’avanzata della curva epidemiologica, ma i rappresentanti delle istituzioni locali si stanno già esprimendo su uno dei provvedimenti che potrebbe entrare in vigore fin dalla vigilia di Natale: il tampone obbligatorio (anche) per i vaccinati per accedere a “grandi eventi” o in luoghi affollati in cui è difficile mantenere il corretto distanziamento sociale. La strategia indicata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi è quella di attendere la giornata di mercoledì per vedere il nuovo report sulla situazione pandemica in Italia, con particolare riferimento all’incidenza della variante omicron. Poi si deciderà, ma sindaci e Regioni hanno fatto già trapelare il loro no all’ipotesi di questi test diagnostici.
Perché oltre alla reintroduzione – come alcune Regioni hanno già attuato – della mascherina obbligatoria anche nei luoghi all’aperto, il governo dovrà decidere sull’introduzione di questa pratica dei tamponi obbligatori vaccinati. Le indicazioni che trapelano da Palazzo Chigi – anche per bocca dei ministri – indicano quella direzione, ma non tutti sono d’accordo. Dalle Regioni, per esempio, si è alzato un coro quasi unanime di contrarietà rispetto all’ipotesi di questa misura. Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) ha aperto il vaso di Pandora.
La penso così pic.twitter.com/AL14CapDpA
— Stefano Bonaccini (@sbonaccini) December 20, 2021
“Chiedere invece ai vaccinati di fare il tampone per entrare nei cinema o nei teatri, nei ristoranti o negli stadi è sbagliato e controproducente: indebolisce la priorità assoluta di proseguire nella campagna vaccinale (terze dosi, bambini e ragazzi, luoghi di lavoro, ecc.) e genera confusione nei tantissimi cittadini che stanno facendo la propria parte con grande senso civico e responsabilità. Andiamo avanti sulla linea del rigore con vaccini, mascherine, regole e controlli. Questa quarta ondata è molto pesante, ma la stiamo affrontando molto meglio delle precedenti e di tanti altri Paesi. Non torniamo indietro, andiamo avanti tutti insieme”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che, intervistato dal quotidiano La Repubblica, spiega i motivi della sua contrarietà al tampone obbligatorio vaccinati, spingendo per l’introduzione della vaccinazione obbligatoria (e non solo per alcune categorie):
“Secondo me rischia di offrire sponde ad una impostazione no vax. Ritengo sia molto importante insistere sulla vaccinazione più che generare ondate di persone che vanno a fare i tamponi per partecipare agli eventi. Per me è maturo il tempo di fare altre scelte”.
Più criptico, ma la sostanza non cambia, Luca Zaia (Veneto) che mette in evidenza un altro aspetto che si verrebbe a palesare – visto l’inevitabile aumento del numero di test da utilizzare ogni giorno qualora il governo decidesse di proseguire sulle indicazioni fornite nei giorni scorsi – nel corso delle prossime settimane:
“Sul tampone ai vaccinati, ascolteremo le indicazioni, ma se passasse l’obbligo, sarebbe indispensabile sdoganare i test fai da te. Laboratori e farmacie non ce la farebbero”.
E anche i sindaci, come spiegato da Beppe Sala (Milano) sottolineano come questa nuova stretta potrebbe non portare agli effetti sperati, soprattutto perché gli strumenti per contenere l’avanzata del virus (vaccino e dosi booster) sono già presenti e largamente utilizzati.
E se le amministrazioni locali danno indicazioni quasi univoche contro il tampone obbligatorio vaccinati, anche all’interno del governo stesso ci sono perplessità. Come non accadeva da tempo, infatti, Lega e MoVimento 5 Stelle – come riporta il quotidiano La Stampa – non sarebbero d’accordo con l’introduzione di questa misura, soprattutto per quella percezione che avrebbero i cittadini che hanno partecipato (e sono la grande maggioranza) alla campagna di immunizzazione. Ovviamente contraria, ma questa non è una novità, Giorgia Meloni che – altrettanto ovviamente – ha messo sul tavolo affollato la nuova richiesta di dimissioni del Ministro Roberto Speranza. Ma quest’ultima trovata fa parte del classico teatrino politico da opposizione e non sarà oggetto di alcuna valutazione da parte del Consiglio dei Ministri di giovedì.
(foto IPP/Paolo Lazzeroni)