I talebani, ormai al potere da una settimana in Afghanistan, ora possono contare anche sulle armi, sui mezzi e sugli equipaggiamenti lasciati dagli americani. Diversi erano i presìdi e i depositi dei militari Usa istituiti per mantenere la pace e l’ordine, ma con il rovesciamento del potere i talebani hanno acquisito tutti gli spazi che prima erano sotto la supervisione occidentale. Il mullah Abdul Ghani Baradar e altri leader dell’ufficio politico sono arrivati nella tarda serata di ieri a Kabul da Kandahar: si stanno radunando nella capitale per iniziare le consultazioni sul futuro governo dell’Afghanistan.
Per farsi accettare come nuovi regnanti, poi, hanno iniziato una vera e propria campagna di comunicazione volta a rassicurare la popolazione che – terrorizzata dal ritorno di un regime già conosciuto fino all’inizio del millennio – sta tentando in tutti i modi di scappare. Sono sempre più frequenti messaggi e video propagandistici, e tra quelli che stanno circolando ultimamente su Twitter ce n’è uno in cui i talebani si prendono gioco degli americani imitando i marines nello storico scatto che li ritrae mentre piantano la bandiera a stelle e strisce sul Monte Suribachi durante la battaglia sull’isola di Iwo Jima nel 1945.
Ancora, si vedono combattenti talebani appartenenti a un’unità chiamata Badri 313 con divise e armi americane in pugno che pattugliano le strade, indossando anche i classici occhiali da sole. Scorrazzano all’impazzata per le strade, entrano nelle abitazioni dei civili terrorizzati.
Si stima che tra il 2002 e il 2017 gli Stati Uniti abbiano fornito alle forze afghane armi ed equipaggiamenti per 28 miliardi di dollari. Ma ora “tutto ciò che non è stato distrutto è nelle mani dei talebani”, ha ammesso a Reuters una fonte americana. I talebani hanno fra le mani anche velivoli sofisticati dell’esercito americano: se anche non dovessero essere in grado di utilizzarli, potrebbero sfruttarli per propaganda immortalandoli in foto e video per “mostrare i muscoli” al mondo.