La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato una serie di tabelle che calcolano il taglio del cuneo fiscale in vigore dal primo luglio per ogni fascia di reddito e anche le previsioni per l’ulteriore taglio in caso di conferma del trattamento nel 2021. Il trattamento integrativo è riconosciuto a condizione che l’imposta lorda dovuta sia superiore all’importo della detrazione spettante per redditi di lavoro dipendente e assimilati di cui all’articolo 13 comma 1 del TUIR e che il reddito complessivo non sia superiore a 28mila euro. Il trattamento integrativo è pari a 600 euro annui per il 2020 e 1200 per il 2021.
In sostanza, secondo la legge di conversione del decreto n. 3/2020 approvata il 31 marzo 2020 in via definitiva dalla Camera, per i lavoratori dipendenti con redditi compresi tra 8.174 euro e 28.000 euro, il bonus è riconosciuto direttamente in busta paga, per un importo pari a 100 euro al mese, mentre per i redditi superiori, e fino a 40.000 euro, è invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale. Il valore della riduzione è di 5 miliardi di euro per gli ultimi sei mesi del 2020, e coinvolgerà circa 16 milioni di lavoratori dipendenti con un reddito fino a 40.000 euro. Si traduce in un aumento in busta paga fino a 100 euro in più al mese (600 euro nel 2020, 1.200 euro a regime). Per chi già beneficiava del bonus Renzi (tra 8.000 e 24.000 euro di reddito) l’importo passa così da 80 a 100 euro al mese, che andranno anche a chi ha redditi tra 24 e 28.000 euro. A chi ha redditi tra 28.000 e 40.000 euro sarà invece riconosciuta una detrazione che cala fino ad azzerarsi dai 40.000 euro in su. L’importo della detrazione dipende dal reddito complessivo, spiegano ancora i consulenti del lavoro, ed è determinato sulla base di due diverse equazioni:
La simulazione viene proposta anche con riferimento all’anno 2021 ipotizzando la conferma in maniera strutturale della ulteriore detrazione di cui all’articolo 2 (in teoria il taglio del cuneo fiscale è provvisorio e dovrebbe interrompersi il 31 dicembre 2020, ma nella relazione illustrativa il governo esprime la volontà di stabilizzare la misura in un successivo provvedimento normativo di riforma del cuneo fiscale):