Susanna Ceccardi dice che oggi non ha senso definirsi antifascisti

La candidata della Lega alla presidenza della Regione Toscana parla a tutto campo di  politica: dice no al MES, si professa ammiratrice di De André come Salvini, spiega perché non si dimetterà da europarlamentare dopo le ripetute figuracce di Lucia Borgonzoni in Emilia-Romagna e parla anche di antifascismo e Casapound

Susanna Ceccardi, eurodeputata e candidata della Lega alla presidenza della Regione Toscana, rilascia oggi un’intervista all’edizione fiorentina di Repubblica nella quale parla a tutto campo di  politica: dice no al MES, si professa ammiratrice di De André come Salvini, spiega perché non si dimetterà da europarlamentare dopo le ripetute figuracce di Lucia Borgonzoni in Emilia-Romagna e parla anche di antifascismo e Casapound:



Lei è antifascista?
«Io sono anti ideologica. Vengo anch’io dalla storia rossa, sono nata nel 1987 ma ho una famiglia di tradizione di sinistra, il fratello di mio  nonno era un partigiano e fu ucciso dai fascisti. Non sono né fascista né antifascista, aveva un senso la domanda allora, nel 1944. Oggi è troppo facile dirsi antifascisti con un nemico che non esiste. Sono dalla parte dei temi».

E perché non è dalla parte di Imagine, che è un inno al pacifismo?
«Nella pace si prospera, ma gli antifascisti del 1944 erano pacifisti o  no? Quando devi guadagnarti la libertà devi combattere. Se parliamodi musica, io amo De Andrè».



Giani si ispira a Pertini, lei?
«Il mio modello politico sono i combattenti per i diritti. Da Bobby Sands a Gandhi, da cui ho tratto la frase del percorso politico: prima ti ignorano, poi vinci. Anche Giani mi ignora, dice che l’avversario è Salvini. Qualcuno dice che ho pagato un attore di colore 50 euro per arrostire un gatto di peluche a Campiglia Marittima, per altri avrei detto che i puffi sono comunisti. Tutte fake».

Non è lei che usa la Bestia di Salvini sui social?
«No tutta roba mia. Ho sponsorizzato la mia pagina Facebook durante le elezioni europee ma i miei post sono  autoprodotti. Magari ricondivisi, ma non c’è una regia».



Perché ha ritirato sua figlia dal nido se era tutto in regola?
«Kinzica avrà un anno a settembre, non mi faceva piacere fosse guardata come la figlia di. Io ho ragionato da genitore non da politico, conosco quell’asilo pubblico e mi piaceva l’idea che andasse lì. Non è vero che avrei rubato il posto a qualcuno perché da quando governa la Lega a Cascina le liste d’attesa vengono esaurite: chi resta fuori prende il contributo per andare al privato. Ora ci manderò anche mia figlia, almeno  evito le polemiche».

Perché non si dimette da europarlamentare?
«Giani si è dimesso da presidente del Consiglio regionale? Anche lui dovrebbe allora. Io mi candido a governatrice, non all’opposizione. Se perdo torno nel ruolo per cui mi hanno eletta. La mia collega Bonafè manco si è messa in partita per tenersi la poltrona in Europa, io sì».

Lei è molto cattolica ma convive, ha una figlia e non è sposata: non è una contraddizione?
«Per sposarmi attendo una proposta che non è ancora arrivata…».

Accetterebbe voti di Casapound?
«Il voto è libero e segreto. A nessuno viene chiesto censo, orientamento sessuale, religioso o politico prima di entrare in cabina elettorale».

Candiderà volti di sinistra nelle sue liste civiche?
«Perché no?»

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