I primi indagati per la strage di Ravanusa: dieci avvisi di garanzia per i vertici di Italgas Reti

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Dieci persone ai vertici di Italgas Reti, l'azienda concessionaria per la distribuzione del gas nel comune di Ravanusa, sono indagate dalla Procura di Agrigento per la strage del 12 dicembre nella quale persero la vita 9 persone

Arrivano i primi avvisi di garanzia per la strage di Ravanusa, il comune in provincia di Agrigento dove lo scorso 12 dicembre un’enorme esplosione ha causato 9 morti e divelto diversi edifici lungo la stessa strada. La Procura ha fatto sapere a 10 persone tra i vertici di Italgas Reti, sia regionali che nazionali, che ha avviato delle indagini nei loro confronti per omicidio plurimo colposo e disastro colposo. L’azienda aveva riferito in un comunicato che nelle settimane precedenti lo scoppio non erano pervenute segnalazioni di guasti e che “la rete di distribuzione di Ravanusa è stata ispezionata interamente sia nel 2020, sia nel 2021”. Gli avvisi di garanzia sono un atto “dovuto”, come apprende l’Adnkronos, in vista di un esame irripetibile che si farà il prossimo 4 gennaio in via Trilussa proprio nel luogo dell’esplosione costata la vita a 9 persone, tra cui una donna al nono mese di gravidanza. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella.



I primi indagati per la strage di Ravanusa

“L’esplosione è stata prodotta da una ‘bolla’ o ‘camera’ di metano innescata da una casuale scintilla”, aveva spiegato nei giorni scorsi il procuratore. “Si sta cercando di ricostruire la dinamica dell’esplosione e del successivo propagarsi della ‘palla di fuoco’ e dell’onda d’urto – aveva detto – Viceversa, sul come e sul perché si sia creata la ‘bolla’, e perfino sul punto esatto dove la stessa si sia creata (al momento localizzata al di sotto o in adiacenza della abitazione del civico numero 65 di via Trilussa), permangono dubbi che saranno sciolti dalle investigazioni tecniche e di polizia giudiziaria in corso”. Alcuni abitanti della zona avevano riferito prima dello scoppio che, da quasi sette giorni, da quelle parti si percepiva un odore acre di gas. ““Ero tornata a casa da poco e all’improvviso la luce è andata via. In un attimo il tetto e il pavimento sono venuti giù e io sono rimasta intrappolata. Ho pensato, sono morta, perché è successo a me? Sono stata sotto le macerie credo tre o quattro ore, quando mi hanno trovata ero contenta ma ora penso ai miei familiari di cui non so nulla e mi viene da piangere”, una delle testimonianze più forti, rilasciata al Tg regionale da una donna di 79 anni sopravvissuta.