Salvini e le promozioni dubbie di Tridico all’INPS

Categorie: Economia, Fact checking

La Stampa racconta oggi che all’Inps è in corso una rivolta contro il presidente Pasquale Tridico, il direttore generale Gabriella Di Michele e il cerchio magico ritenuto filo grillino. Salvini annuncia un'interrogazione in Senato

“L’Inps non è proprietà privata di Pasquale Tridico. Il governo spieghi se è vero, come denuncia oggi la Stampa, che il presidente dell’Inps ha sponsorizzato e attuato una serie di dubbie promozioni (con notevole aumento di spesa a carico dei cittadini) penalizzando chi non è allineato alle posizioni della maggioranza. Dimissioni immediate di Tridico se una sola delle accuse fosse confermata!”: il segretario della Lega Matteo Salvini annuncia un’interrogazione urgente a sua firma al governo e al ministro del lavoro sulla vicenda raccontata oggi da La Stampa.



Salvini e le promozioni dubbie di Tridico all’INPS

Di cosa parla Salvini? Un articolo firmato da Jacopo Iacoboni sulla Stampa racconta oggi che all’Inps è in corso una rivolta contro il presidente Pasquale Tridico, il direttore generale Gabriella Di Michele e il cerchio magico ritenuto filo grillino:

Le accuse sono contenute in una diffida legale, di cui La Stampa è venuta in possesso, che prefigura cause all’Istituto e alla Corte dei Conti. Il documento spedito a Tridico e alla Di Michele (ma anche al magistrato della Corte dei Conti delegato al controllo, e alla Commissione bicamerale di controllo degli enti di previdenza, essendo sospettata una natura politica della recente riorganizzazione, avvenuta oltretutto in fretta e furia) denuncia varie cose in quella operazione: «Profili plurimi di illegittimità».



«Una mini-riorganizzazione che è in realtà solo un modo per mascherare uno spoils system illegale». «Discriminazioni evidenti per allontanare dirigenti sgraditi e scomodi per il nuovo vertice politico pentastellato». Possibili «frodi alla legge» per «creare a tavolino» divisioni utili a demansionare i nemici e favorire gli amici. E un aggravio di spesa assai rilevante, con spreco di denaro pubblico (le direzioni anziché scendere a 36, salgono da 40 a 43), che presto vedrà anche la Corte dei Conti investita di una serie di ricorsi.



In particolare, secondo il quotidiano un quarto della più alta dirigenza dell’Istituto ha preso o sta per prendere le vie legali, con conseguenze che potranno essere una disfatta per la gestione Tridico (e le casse pubbliche):

Per giustificare l’aumento delle direzioni generali da 40 a 43 e quindi – accusano in tanti – promuovere i fedelissimi, sono state spacchettate alcune direzioni, creando così delle strutture talmente povere di competenze e attribuzioni da non giustificare il rango di direzioni generali con i relativi costi: la Direzione centrale audit e anticorruzione è stata suddivisa in Direzione Antifrode, trasparenza e anticorruzione e in Direzione audit e monitoraggio contenzioso; dalla Direzione Risorse Umane sono state scorporate le attività relative al “Benessere organizzativo”, creando un’altra direzione, già ironicamente ribattezzata la direzione new age alla grillina.

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