Quando il neo-eletto Salvatore Deidda (FdI) elogiava il fascista Balbo e commemorava i morti di Salò

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Nuove ombre nere calano su Fratelli d'Italia. Questa volta al centro delle polemiche è finito Salvatore Sasso Deidda, segretario regionale del partito di Giorgia Meloni in Saredegna

Nuove ombre nere calano su Fratelli d’Italia. Questa volta al centro delle polemiche è finito Salvatore Sasso Deidda, segretario regionale del partito di Giorgia Meloni in Saredegna ed eletto nel collegio plurinominale dell’Isola. Uno dei post che ha fatto più discutere è stato pubblicato da Deidda il 14 gennaio 2018, quando il neo-parlamentare di FdI se la prendeva con l’Anpi per aver denunciato Meloni per aver intitolato una sala di un circolo del partito a Italo Balbo, gerarca fascista, fondatore del fascismo ferrarese, quadrumviro della marcia su Roma, a capo di violente spedizioni squadriste e ricevuto da Hitler nel 1938 al Berghof.



Deidda scriveva nel 2018: “L’Anpi ha denunciato Giorgia Meloni per questo cartello (cartello con la dicitura “Sala Italo Balbo”, ndr). Ora basta sopportare l’arroganza di chi pensa di poter decidere cosa dire o meno. Penso che prenderemo una denuncia anche noi visto che il circolo di Terralba è dedicato proprio a Italo Balbo, grande esempio italiano”.



Tutte le ambiguità del senatore di FdI Salvatore Sasso Deidda: dal corteo neofascista ai post su Facebook

Non solo: il senatore Salvatore Sasso Deidda è noto pure per aver sfilato il 25 aprile 2012, data in cui si celebra la festa della Liberazione dal nazi-fascismo, al corteo neofascista per la commemorazione dei morti di Salò organizzata dall’estrema destra. L’attuale senatore meloniano, ai tempi rappresentante del Popolo delle Libertà, quando venne interrogato sulla questione definì il ventennio fascista “una pagina importante della storia d’Italia, per certi versi innovativa” aggiungendo che molti intellettuali e ricercatori abbiano col tempo scoperto “le cose buone che sono state fatte” da Mussolini.

Ma non è finita, perché sul profilo Facebook di Deidda sono presenti numerosi post risalenti al 2014 in cui il senatore utilizzava sempre come chiusura il motto neofascista “boia chi molla”, altri in cui se la prendeva con Fini “per aver infangato la nostra militanza”, un altro ancora in cui ironizzava sul black friday parlando di “giovedì nero” e di “saluti romani alle mode Usa”. Insomma: il materiale compromettente di Salvatore Sasso Deidda è sotto gli occhi di tutti. Alla luce di ciò, difenderlo da certe accuse sembra un’impresa quasi impossibile.