Chi ancora si chiede se l’informazione in Russia sia realmente veicolata dal Cremlino, oggi trova una facile ed evidente risposta: sì, il governo russo gestisce (anche tramite apposite leggi di recente approvazione) cosa si può e – soprattutto – cosa non si può dire sui media. Perché gli organi di “informazione” di Mosca e dintorni hanno deciso di censurare quanto accaduto ieri durante la diretta del telegiornale su Channel One. Alcuni hanno “scelto” di non parlare del gesto della redattrice, altri – invece – hanno mostrato solo parzialmente (non mostrando, di fatto, nulla) la protesta di Marina Ovsyannikova. Il video originale è questo.
This is fantastic. A brave woman interrupted Russian state TV’s live broadcast with a sign that says: “Stop the war. Don’t believe propaganda. They’re lying to you here.” It was signed: “Russians against war.”pic.twitter.com/673cO668nM
— Julia Davis (@JuliaDavisNews) March 14, 2022
Ma come viene raccontato in Russia? Detto che non tutti hanno affrontato questa protesta, ecco che altri media hanno deciso di raccontare così la notizia.
В эфире программы «Время» за спиной ведущей Екатерины Андреевой появилась девушка с плакатом, содержание которого нам запрещают передать Роскомнадзор и Уголовный кодекс.
По неподтвержденной информации, это редактор Марина Овсянникова.
В настоящий момент она задержана. pic.twitter.com/TdpkscVpuS
— Новая Газета (@novaya_gazeta) March 14, 2022
Il cartellone è, di fatto, oscurato e non se ne legge il contenuto. Ma questo non è l’unico caso di censura.
This is how Russian news outlets in compliance with domestic censorship laws are reporting Marina Ovsyannikova’s anti-war protest today. pic.twitter.com/g79BQoJCYB
— Kevin Rothrock (@KevinRothrock) March 14, 2022
Immagine, dunque, non visibile nella sua interezza. E quel messaggio sul cartellone che non può essere mostrato. Il motivo è semplice: la nuova legge sulla “disinformazione” in Russia prevede la censura (che può travalicare i confini dell’arresto e della pena detentiva, come accaduto a Marina Ovsyannikova) per tutti coloro i quali utilizzano la parola “guerra” parlando della situazione in Ucraina e per chi dice no alla guerra. Inoltre, come spiegato dalla testata Fontanka.ru, quella diretta è sparita dal sito del primo canale della televisione russa.