Ieri ci ha raccontato la storia di Marta, invece che quella di Margareth. Ma il premier avrebbe potuto anche raccontarci la storia di Matteo, visto che anche il giovane Renzi è stato un co.co.co., un collaboratore di azienda di quelli che oggi vuole difendere. C’è però un dettaglio che rende forse l’aneddoto non potabile in una televendita: l’azienda era proprio quella Chil Post SRL che oggi è costata al padre Tiziano l’indagine per bancarotta fraudolenta.
QUANDO MATTEO RENZI ERA UN CO.CO.CO.
Correva l’estate del 2003, l’anno prima di diventare presidente della Provincia di Firenze: Renzi è inquadrato come collaboratore nell’azienda di famiglia, la Chil Srl, prima che questa cambi nome in Chil Post SRL e tenti l’espansione a Genova. In autunno, cambia tutto, per lui e per i parenti, come racconta un vecchio articolo del Fatto quotidiano:“Il 17 ottobre 2003 il “libero professionista” Matteo Renzi e la sorella Benedetta cedono le quote della Chil Srl ai genitori; il 27 ottobre 2003, dieci giorni dopo avere ceduto il suo 40 per cento, Renzi diventa dirigente della stessa Chil Srl, amministrata dalla mamma; il 7 novembre 2003, solo 11 giorni dopo l’assunzione, l’Ulivo comunica ufficialmente la candidatura del dirigente alla Provincia; il 13 giugno 2004 Renzi viene eletto presidente e di lì a poco la Chil gli concede l’aspettativa. Da allora Provincia e Comune versano alla società di famiglia una somma pari al rimborso dei suoi contributi. Se Renzi non avesse ceduto le sue quote nel 2004, sarebbe stata una società a lui intestata per il 40 per cento a incassare il rimborso: una situazione ancora più imbarazzante di quella attuale, con le quote intestate a sorelle e mamma”. Quindi a rigor di logica si potrebbe far notare che Renzi è stato collaboratore fino a quando la sua previdenza era in carico all’azienda di famiglia. Poi, sfruttando la famosa legge, è diventato dirigente. Qualche mese dopo la sua previdenza è stata presa in carico dai contribuenti.
…E LE SUE PRECISAZIONI
Infine, c’è da aggiungere che nell’articolo del Fatto lo stesso Renzi fa precisare:
Le fonti vicine a Renzi precisano: “L’indicazione della candidatura alla Provincia venne anticipata a novembre per sbloccare la candidatura del sindaco Domenici ma era condizionata all’accordo sui sindaci che si chiuse solo ad aprile. L’accostamento ad altre situazioni ben diverse è sbagliato perché Matteo Renzi lavorava davvero in Chil da molti anni”.
Lavorava davvero come collaboratore. Lavorava davvero come co.co.co. Per questo adesso è convinto di avere la soluzione in tasca per loro. E i contributi? Qualcuno ci penserà.