Remdesivir: stanno finendo le scorte del farmaco anti COVID-19

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In Europa inizia a scarseggiare il remdesivir, il farmaco usato per curare COVID-19. A luglio l'amministrazione americana si ea assicurata quasi l'intera produzione trimestrale del farmaco remdesivir prodotto dalla società statunitense Gilead Sciences

In Europa inizia a scarseggiare il remdesivir, il farmaco usato per curare COVID-19. A luglio l’amministrazione americana si ea assicurata quasi l’intera produzione trimestrale del farmaco remdesivir prodotto dalla società statunitense Gilead Sciences. Come è noto, l’antivirale era stato studiato inizialmente contro Ebola, ma il suo uso è già stato approvato dalle autorità americane per il trattamento contro il Covid-19 e anche l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha dato il proprio assenso, che dovrà essere ora ratificato dalla Commissione Europea. Il presidente Donald Trump ha firmato un accordo “straordinario” con la Gilead per 500.000 dosi di remdesivir, ha reso noto in un comunicato il dipartimento della Sanità. Si tratta dell’intera produzione della Gilead per il mese di luglio, del 90% della produzione di agosto e del 90% di quella di settembre. Un ciclo di trattamento con questo farmaco richiede in media 6,25 fiale. Scrive Repubblica:



Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco spiega : «Il fabbisogno supera la disponibilità. Il rischio di carenza è forte. L’aumento della domanda rischia di portare all’esaurimento delle scorte nel fine settimana. Sono attivi i meccanismi di collaborazione con gli altri paesi europei per evitare che accada». Anche se la scadenza del 30 settembre è passata, la situazione non riesce a tornare normale. Un nuovo lotto di 20mila fiale (sufficienti per 3.300 pazienti) è in distribuzione in Europa in questi giorni.

Lo studio di Gilead sul Remdesivir

Nella spartizione l’Italia dovrebbe rientrare dalla settimana prossima. Nel nostro paese 100 pazienti al giorno ricevono il farmaco. L’approvvigionamento dovrebbe gradualmente aumentare solo da fine ottobre: 200mila dosi entro il mese, 400mila a novembre, un milione a dicembre. Sperando che i ricoveri non si impennino. Nel frattempo del medicinale (che fra i pazienti illustri annovera Donald Trump e Silvio Berlusconi) si cerca di fare un uso oculato. I paesi in difficoltà come l’Italia stanno chiedendo “prestiti” a quelli con più scorte.



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