Il reddito di cittadinanza partirà dal primo aprile. Nonostante la scelta della data rischi di dare adito a molte ironie, il governo ha annunciato ieri attraverso il ministro dell’Economia Giovanni Tria che il provvedimento bandiera del MoVimento 5 Stelle sarà varato nei tempi e nei modi previsti, ma con saldi diversi rispetto a quelli immaginati: per il 2019 avrà meno risorse dei 9 miliardi annunciati: saranno 7,1 di cui uno per i centri per l’impiego. Due miliardi di euro sono stati infatti congelati per volontà della Commissione Europea e allo scopo di risparmiare per la spesa per interessi.
Il reddito di cittadinanza sarà formato da due componenti: una fissa di 500 euro e un contributo per l’affitto fino a 280 euro. Ovviamente chi ha una casa di proprietà non riceverà i 280 euro. Così come il contributo sarà inferiore per chi ha un canone agevolato o vive nelle case popolari. A differenza del “vero” reddito di cittadinanza, che è incondizionato,chi riceverà il sussidio dovrà impegnarsi a lavorare. Dovrà quindi iscriversi ai Centri per l’impiego, accettare di frequentare speciali corsi di formazione e anche prestare un’opera di “volontariato” per otto ore a settimana presso il Comune di residenza. Rimangono i 5 milioni di beneficiari potenziali, cioè quegli italiani che secondo l’Istat sono in povertà assoluta con un reddito annuo al di sotto dei 9mila euro e che dal primo aprile 2019 potranno ricevere un sostegno mensile fino a 780 euro. Ne avranno diritto anche più membri della stessa famiglia, l’importante è che ognuno abbia un reddito inferiore alla soglia di povertà relativa fissata sui 780 euro al mese appunto.
Sarà il modulo Isee a certificare il reddito sotto i 9mila euro. Ma peserà anche il conto in banca: se superiore ai 5mila euro non si avrà diritto al sostegno. Così come non ne usufruirà chi ha una seconda casa o un’auto immatricolata di recente. E la proprietà dell’abitazione in cui si vive abbasserà l ’assegno a circa 500 euro. Ci saranno abbastanza risorse per tutti? Spiega oggi il Corriere della Sera: “No, se tutti ricevessero il massimo della cifra. Ma, secondo alcuni calcoli, in realtà solo in pochi beneficerebbero dei 780 euro totali e il limite dell’Isee potrebbe scoraggiare tutti gli altri.