Il PD e lo psicodramma della raccolta firme contro Salvini

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Renzi stoppa la raccolta firme per non intralciare quella di Zingaretti dopo l'intervento di Calenda in seguito cazziato da tutti. La situazione nel Partito Democratico è lo specchio del paese: sempre più disperata, sempre meno seria

«Continuano ad attaccare il Matteo sbagliato. Ma io non voglio polemica. Ecco perché stoppiamo la raccolta firme»: alla fine Matteo Renzi annuncia su Facebook e su Twitter che lo psicodramma delle raccolte firme lanciato da lui e – successivamente – dal segretario Nicola Zingaretti si conclude qui, con il ritiro della petizione lanciata dal comitati di Azione Civile: “Ho personalmente chiesto allora una mobilitazione online per tener vivo da qui a settembre lo sdegno contro ciò che Salvini ha fatto. Abbiamo raccolto in due giorni più di trentamila firme. Oggi ci viene detto che la raccolta firme va bloccata, sostituita o unita a quella improvvisamente annunciata dalla segreteria del PD. Avverto forte il rischio di cadere nel ridicolo. E per questo dico che stoppiamo subito la raccolta firme – che avrebbe dovuto continuare fino al 12 settembre – e così evitiamo ogni polemica”.



Lo psicodramma della raccolta firme nel Partito Democratico

Zingaretti aveva nel frattempo lanciato la raccolta firme sulla sua pagina Facebook con tanto di moduli inviati alla federazioni e ai circoli del PD.



A chiedere di fondere la raccolta firme in particolare Carlo Calenda, nell’occasione diventato vulcano di proposte su Twitter:



L’assessore milanese Majorino si è schierato subito con uno spiegabilissimo “Eccheppalle”:

Successivamente Calenda si è persino azzardato a unire le due petizioni:

E poi Calenda si era lamentato delle risposte ricevute dal Comitato Azione Civile:

Tra gli arrabbiati con Calenda c’era la renzianissima Anna Ascani:

E non poteva naturalmente mancare il renzianissimo romano Luciano Nobili, che ha tirato fuori anche la mozione di sfiducia prima annunciata dai renziani e osteggiata dagli zingarettiani e poi promossa dagli stessi zingarettiani dopo il discorso di Conte:

La situazione nel Partito Democratico è lo specchio del paese: sempre più disperata, sempre meno seria.

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