Quando arriva la Cig in deroga? Tempi lunghi per l’assegno

Categorie: Economia, FAQ

Solo un lavoratore su cinque ha incassato i soldi, 122 mila su 641 mila. «Gli Iban dei lavoratori potrebbero essere inclusi già nella domanda che l’impresa invia alla Regione»

Il governo esclude dal Decreto Rilancio le norme per semplificare la cassa integrazione in deroga. Alla fine l’accordo non si è trovato e le norme vanno varate entro oggi. Questo comporta che per la CIG in deroga i tempi per l’assegno saranno ancora lunghi.



L’iter è lungo e complesso. Contingentare i tempi di aziende, Regioni e Inps – come pure sembrava da una prima bozza del decreto Rilancio – così che al massimo in un mese e mezzo il lavoratore abbia i soldi in tasca viene considerato dalle stesse Regioni impossibile. E anche l’Inps – accusata da alcuni governatori, come il lombardo Fontana, di inefficienza – stima davvero troppo risicata una finestra di 10 giorni per il pagamento. «L’Inps non è una banca e ha una sana burocrazia, a tutela del cittadino e del rispetto della legge», taglia corto il presidente Pasquale Tridico. Si studiano quindi altre strade.

A conti fatti, il decreto Rilancio dovrebbe avere lo stesso schema a tre punte del Cura Italia. Tre ammortizzatori rifinanziati – servono 15 miliardi – per coprire tutte le imprese, anche quelle con un solo dipendente, che hanno ancora bisogno di lasciare i lavoratori a casa, totalmente o per alcune ore: Cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario erogato dal Fondo di integrazione salariale e Cassa in deroga. Le prime due alimentate per buona parte dai soldi di lavoratori e aziende, la terza coperta dallo Stato.



Quanto ci perdono i dipendenti con la cassa integrazione (fonte: Fondazione Studi Consulenti del Lavoro)

Nulla cambierebbe nell’immediato, compresa la Cig in deroga ancora affidata alle Regioni. Trovato però l’accordo con i governatori, questo sarebbe recepito dal Consiglio dei ministri o da un emendamento allo stesso decreto (meno probabile per i tempi lunghi del Parlamento). Ma accordo su cosa? Scartate le ipotesi di una Cig unica – ordinaria e in deroga – e di tempi contingentati, rimane la semplificazione amministrativa. «Gli Iban dei lavoratori potrebbero essere inclusi già nella domanda che l’impresa invia alla Regione», ragiona Vincenzo Colla, ex Cgil ora assessore al Lavoro dell’Emilia Romagna. «Su questa base, l’Inps potrebbe erogare subito un anticipo della Cassa – ad esempio il 70% – e il resto a saldo solo quando riceve il famoso modulo SR41 che attesta l’effettivo uso della Cig».

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