Parisi, Bonino, Fresu, Fazio: politica, scienza e cultura spiegano perché Piero Angela era unico

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Dalle parole di quanti lo hanno conosciuto o incontrato traspare il rammarico per la morte di un professionista, ma soprattutto di un uomo gentile e umile

Ieri, 13 agosto 2022, è morto Piero Angela. A comunicarlo è stato il figlio Alberto, con un tweet. Il più famoso divulgatore scientifico aveva 93 anni. Oggi, le pagine del quotidiano La Stampa accolgono interviste a persone che hanno avuto la possibilità di incontrare o lavorare insieme a Piero Angela. In ogni ambito, dalla scienza alla musica, passando per il suo rapporto con la politica, traspare il ricordo di un professionista rimasto sempre umile e gentile. Piero Angela ha voluto lasciare una lettera di saluto indirizzata ai propri telespettatori e diffusa dopo la sua morte dall’ufficio stampa della Rai.



Il ricordo di Giorgio Parisi

Parisi, fisico e accademico italiano, premio Nobel per la fisica nel 2021, intervistato da Monica Serra sottolinea la passione quale caratteristica principale di Piero Angela: «Riusciva ad assorbire l’entusiasmo degli scienziati, entusiasmarsi lui stesso e poi trasmetterlo al pubblico». Dice Parisi che spesso in Italia la scienza viene considerata qualcosa di noioso e incomprensibile, per questo l’impresa di coinvolgere il pubblico non era affatto facile o scontata. La dirigenza televisiva ha avuto il merito di dare spazio alla divulgazione scientifica credendo nelle capacità di Piero Angela, continua Parisi, mentre oggi, pur essendoci ancora programmi di divulgazione e trasmissioni scientifiche, questi ricevono pochi investimenti o comunque non ricevono lo stesso supporto da parte della dirigenza. Un altro problema è che, a differenza di altri Paesi come la Corea o la Cina che investono nella ricerca, in Italia c’è poca fiducia nei confronti della scienza e non vengono spese risorse, e questo si evince anche dallo spazio limitato che viene riservato alla scienza nella scuola. Il fatto che tanti giovani si siano avvicinati alla scienza dimostra quanto sia importante investire per migliorare la qualità della scuola italiana. Dice Parisi: «dovremmo svecchiare i programmi e incominciare a riflettere su come fare educazione scientifica partendo dall’infanzia, dalle elementari.»

Il ricordo di Fabio Fazio e Emma Bonino: il rapporto con la politica

Fabio Fazio, intervistato da Simonetta Scandivasci, riporta un aneddoto che dimostra quanto la professionalità del divulgatore scientifico fosse sempre accompagnata da gentilezza, umiltà e umanità. Quando Fazio incontrò Angela, nel 1984, il primo aveva vent’anni e chiese a Piero Angela perché stesse sempre con le gambe incrociate. Angela rispose che era un modo per porsi in prossimità con le persone, assumendo una posizione colloquiale mantenendo un certo garbo. Fazio sottolinea «il dono di non far sentire nessuno in difetto» e ricorda un’altra immancabile caratteristica di Angela: il sorriso.



Emma Bonino, intervistata da Federico Capurso, ricorda di quando propose a Piero Angela di candidarsi insieme al Partito radicale nel 1984. Bonino aveva pensato che il caso Tortora, allora di rilievo, avrebbe potuto avvicinare Piero Angela alla politica. Al contrario invece, Piero Angela sostenne che il suo lavoro non era fare politica, o meglio, che poteva fare politica in modi alternativi. Fa riflettere anche la risposta a una domanda di Fazio, che gli chiese se avesse più fiducia nella scienza o nella politica. La risposta: «Gli scienziati costruiscono per chi verrà dopo, i politici
per chi li favorisce nell’immediato presente».

Non solo scienza: il ricordo del trombettista Paolo Fresu

Piero Angela è stato anche un appassionato di musica Jazz e di pianoforte, che studiò per anni. Fresu ricorda con entusiasmo l’invito da parte di Piero Angela a Superquark per suonare la sua tromba e passa poi a raccontare del rapporto di amicizia stretto negli anni a seguire con il divulgatore scientifico. Dice Fresu che traspariva, dalle parole di Angela, un rammarico per non aver perseguito la carriera di musicista nonostante abbia poi segnato la storia del nostro Paese attraverso la divulgazione scientifica basata su un principio di onestà e professionalità. Scrive Fresu: «Con lui se ne va non solo l’illuminato intellettuale, ma anche un piccolo pezzo della storia della nostra musica jazz, cosi ricca e cosi importante.»