Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sul limite di età per la somministrazione del vaccino Astrazeneca in Italia. Il tema è tornata a riempire le pagine della dialettica politica e scientifica dopo l’avvio degli Open Day – disseminati a macchia d’olio in molte zone del nostro Paese – utilizzando il prodotto anglo-svedese anche per gli adolescenti. In attesa dell’ennesimo pronunciamento dell’Aifa e del Cts (che dovranno redarre un documento per evidenziare il rapporto tra rischi e benefici) da Napoli arriva la notizia di un errore commesso all’interno di uno dei più “affascinanti” hub vaccinali messi in piedi dalla Regione.
La Asl Napoli Centro 1 ha, infatti, rintracciato le 44 persone (tra i 18 e i 38 anni) a cui – lo scorso 30 maggio – è stata somministrata la prima dose di vaccino Astrazeneca. Fino a qui nulla di sbagliato, ma questa prima iniezione è frutto di un errore. Tutti questi cittadini, infatti, dovevano ricevere (per motivazioni non precisate, probabilmente legate al loro stato di salute o alla presenza di eventuali patologie pregresse) il vaccino Pfizer-BioNTech. E invece, a loro insaputa, il siero contenuto all’interno della siringa era quello prodotto dall’azienda anglo-svedese.
Come spiega La Repubblica, l’errore nella somministrazione è avvenuto lo scorso 30 maggio all’interno dell’hub vaccinale realizzato dalla Regione Campania all’interno della Fagianeria del Real Bosco di Capodimonte, luogo molto caro ai cittadini di Napoli e attrazione culturale di livello mondiale. Secondo la ricostruzione fornita dal quotidiano, l’errore sarebbe stato provocato dalla disattenzione di un farmacista che aveva l’incarico di prendere i flaconi dai frighi in cui erano conservati. Ed è lì che l’incaricato avrebbe commesso l’errore prendendo il prodotto sbagliato. Ora, a oltre una settimana di distanza, quelle 44 persone sono state avvisate dalla Asl Napoli 1 dell’errore. Al momento non si hanno notizie di problematiche o reazioni.
(foto: da Regione Campania)