La storia di Nadja, la bambina serba morta di morbillo (per colpa dei novax)

La mamma di una bambina di due anni morta durante l'epidemia di morbillo che sta flagellando la Serbia ha deciso di raccontare la sua storia per convincere i genitori a vaccinare i propri figli e proteggere quelli che - come Nadja - non possono essere vaccinati

In Serbia dall’ottobre del 2017 è esplosa una grave epidemia di morbillo. Malattia esantematica il cui diffondersi può essere prevenuto – così come in Italia – con una semplice vaccinazione pediatrica. Da ottobre all’8 giugno sono stati registrati 5492 casi di morbillo (su una popolazione di sette milioni di abitanti). In questo periodo sono morte quindici persone a causa di complicazioni indotte dal morbillo, la più giovane aveva appena 15 giorni, il più anziano 71. Il 95% dei pazienti sono risultati essere non vaccinati o non completamente vaccinati. Tra le più gravi complicanze del morbillo sono stati riportati due casi di encefalite acuta e 561 casi di polmonite.



Perché Nadja non poteva essere vaccinata ma doveva essere protetta dall’immunità di gregge

Una dei bambini deceduti dopo aver contratto il morbillo si chiamava Nadja ed aveva quasi tre anni. Nadja è morta il tre aprile 2018 a due mesi dal suo terzo compleanno. Al contrario della maggior parte dei suoi coetanei Nadja non poteva essere vaccinata a causa di una serie di malattie autoimmuni diagnosticate quando aveva un anno di età che avevano fortemente compromesso il suo sistema immunitario. Dragana Petrovic la mamma di Nadja ha deciso di raccontare la storia di sua figlia aprendo la pagina Facebook Pravda za Nađu-Justice for Nadja.

Perché giustizia per Nadja? Perché la bambina dopo essere stata a lungo in isolamento nel reparto di terapia intensiva – in Serbia appunto c’è un epidemia di morbillo – ha contratto la malattia da un bambino, un suo coetaneo che era stato trasferito temporaneamente nella sua stanza a causa della carenza di posti letto nel reparto. Era il 6 gennaio 2018. Qualche giorno dopo le analisi confermeranno che si era ammalata di morbillo. Nadja lotterà per altri tre mesi tra la vita e la morte, intubata, con un edema cerebrale e gravi difficoltà respiratorie. La mattina del 3 aprile 2018 la bambina va in arresto cardiaco, le procedure di rianimazione provocano la lacerazione del polmone sinistro. Il giorno dopo un secondo arresto cardiaco e il decesso.



Sicuramente ora ci sarà qualcuno che dirà che non è stato il morbillo ad uccidere Nadja; che è morta a causa delle malattie che aveva già. Eppure è stato proprio dopo aver contratto il morbillo che le sue condizioni di salute – racconta la madre – sono drasticamente peggiorate. La madre ha scritto su Facebook di aver voluto condividere la sua drammatica storia perché Nadja è una vittima di quello che tutti considerano “una malattia passeggera” ma che invece per certi bambini non è affatto tale.



Anche in Serbia ci sono i no-vax, ma li trattano diversamente

Nadja e sua madre contavano di essere protette dall’immunità di gregge, che essendo un fatto scientifico dovrebbe esistere in Serbia così come in Italia. Ma anche in Serbia è molto attivo un agguerrito movimento antivaccinista che rifiuta le vaccinazioni pediatriche. Incredibile a dirsi anche il movimento no-vax serbo (non sono ancora così raffinati da chiamarsi “free-vax” anche se ci sono 11 vaccinazioni obbligatorie) ha preso le mosse dal famigerato articolo di Andrew Wakefield sul pericolo derivante dalla vaccinazione MMR e si è diffuso grazie ad Internet. Tra gli epidemiologi serbi c’è chi sostiene che recentemente il tasso di copertura vaccinale contro il morbillo per i nuovi nati è al di sotto del 50%. I dati dell’UNICEF rispetto alla copertura della prima dose del vaccino contro il morbillo (MCV1) parlano di una copertura pari all’80% per la fascia d’età pediatrica.

Insomma siamo bel al di sotto della soglia teorica dell’immunità di gregge (pari al 95% di copertura vaccinale) proprio come accade nel nostro Paese dove dal 1 gennaio al 30 aprile 2018 sono stati segnalati in Italia 1.258 casi di morbillo e 4 decessi. In Italia attualmente la copertura vaccinale media per la prima dose del vaccino contro il morbillo nell’età pediatrica è pari al 91%. In Serbia però le autorità hanno deciso di rispondere diversamente. A marzo è stata lanciata un’indagine nei confronti degli esponenti del movimento che si oppone alle vaccinazioni. L’inchiesta è stata aperta dopo che un centinaio di genitori ha accusato una quarantina di persone (tra cui una cantante, uno scrittore e un medico) di diffondere il panico con le loro teorie no-vax.

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