Il disegno di Milo Manara per i rider “invisibili”

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Ieri Milo Manara sulla sua pagina facebook ha pubblicato un disegno dedicato agli “invisibili”, ovvero ai rider delle consegne a domicilio che oggi lavorano ancora rischiando durante l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19.



Racconta oggi il Fatto Quotidiano che pur essendo considerati “essenziali”da tutti gli ultimi decreti ancora oggi molti rider consegnano cibo a domicilio senza mascherina e guanti tanto da spingere la Cgil a passare a una nuova iniziativa giudiziaria: una causa contro l’app Glovo affinché sia obbligata dai magistrati a fornire i dispositivi ai fattorini. I ricorsi sono stati presentati in diverse città come Roma, Milano e Firenze.



I rider sono considerati autonomi dalle aziende, ma per la Cassazione hanno diritto alle tutele dei dipendenti,soprattutto sulla sicurezza. “Ai sensi del decreto legislativo 81 del 2008 –si legge nell’atto firmato dai legali Carlo De Marchis, Andrea Circi e Matilde Bidetti –il datore è tenuto a mettere a disposizione dei lavoratori attrezzature idonee ai fini della salute”. Pochi giorni fa, Glovo ha scritto ai suoi addetti giustificandosi: “Abbiamo iniziato a distribuire mascherine, guanti e gel igienizzante in coordinamento con i partner. Tuttavia, stiamo scontando tempi di attesa più lunghi di quelli previsti, per le difficoltà di rifornimento”.

La Cgil ha citato in giudizio la piattaforma spagnola perché chi ha segnalato i problemi lavora proprio con quest’azienda. Ma non è l’unica a non aver assicurato strumenti anti-contagio. Finora le multinazionali del food delivery hanno semplicemente chiesto ai rider di adottare precauzioni: niente contatti con i clienti e frequenti lavaggi di mani. Le app, però, hanno detto ai fattorini di dotarsi autonomamente di mascherine e gel igienizzanti. Questi ultimi sono fondamentali perché i rider non sempre dispongono di lavandino e sapone. Loro compito, tra l’altro, è anche sanificare lo zaino nel quale trasportano il cibo pronto, cosa che porta con sé altri costi.



Secondo i sindacati autonomi e confederali, le società non possono limitarsi alle raccomandazioni, ma devono garantire effettivamente a tutti i dispositivi, interrompendo le consegne in caso di impossibilità.

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