Mercatone Uno e i creditori pronti a diventare soci

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La soluzione alla crisi innestata dal fallimento potrebbe essere quella dei soci che diventano creditori. 1800 lavoratori e 500 imprese fornitrici, con altri 10 mila dipendenti

Come anticipato ieri, per Mercatone Uno la soluzione alla crisi innestata dal fallimento potrebbe essere quella dei soci che diventano creditori. 1800 lavoratori e 500 imprese fornitrici, con altri 10 mila dipendenti, oggi pomeriggio si vedranno al ministero dello Sviluppo Economico perché Luigi Di Maio, complici le elezioni, si è improvvisamente ricordato di loro. Marco Bettazzi su Repubblica intanto ricorda le condizioni di partenza:



Tutto ruota attorno alla Shernon Holding, la società guidata dall’imprenditore Valdero Rigoni (coinvolto in passato in un fallimento a Vicenza) che nell’agosto 2018 si aggiudica, dall’amministrazione straordinaria che dura dal 2015, 55 negozi del marchio. Socio unico di Shernon è la maltese Star Alliance, sempre di Rigoni, che dovrebbe portare avanti l’operazione con la polacca Black Red White e la turca Doktas Kelebek, fornitori di mobili, assieme al fondo statunitense Tpg.



Per questo, nonostante l’opposizione dell’azienda e dei commissari, il tribunale decide per il fallimento di Shernon sciogliendo l’atto di vendita dell’agosto scorso e restituendo il marchio (compresi i lavoratori, che non sono stati licenziati) ai commissari Stefano Coen, Vincenzo Tassinari ed Ermanno Sgaravato, che oggi il ministero potrebbe sostituire.

«Stiamo valutando le migliori soluzioni possibili per salvare l’occupazione e garantire ammortizzatori sociali», hanno detto ieri i commissari, dichiarando che la loro gestione ha visto «un indebitamento di 80 milioni». «I debiti sono oltre 260 milioni – contesta William Beozzo, direttore dell’associazione che riunisce i fornitori – Se ci sono le condizioni noi creditori potremmo anche diventare soci. Ma il ministero ci tuteli». «Il fallimento si poteva evitare, è mancato l’impegno politico di Di Maio», attacca l’ex ministro Carlo Calenda. «Il Mercatone è l’ultimo disastro targato Pd», ribatte il M5s. «Ognuno ha le sue colpe ¬– rispondono i sindacati – ora bisogna tutelare i lavoratori».



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