«Meglio liberi»: come Di Battista ha deciso il no alle Olimpiadi

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Meglio Liberi: grazie al nuovo libro che Alessandro Di Battista ha scritto per la casa editrice di Berlusconi è possibile finalmente sapere come si è svolta la prestigiosa trattativa per le Olimpiadi, e soprattutto quali sono stati i giudizi degli amici del meccanico del deputato grillino che nell’anticipazione dell’ANSA erano stati lasciati sottotraccia. Li potete leggere in questa pagina.



“Io ero estremamente contrario, ma non ero sicuro che i romani la pensassero come me. In quei giorni mi domandavo se fare un referendum cittadino e proporlo durante le due settimane precedenti il ballottaggio non fosse una soluzione più morbida rispetto a un ‘no’ secco.
Decisi di telefonare a Massimo, il mio meccanico, e gli chiesi di radunare un pò di amici perché, gli dissi scherzando (ma neppure troppo), ‘dovevamo prendere una decisione politica’. Lui raduno’ una decina di persone: l’edicolante, il fruttivendolo del quartiere, un paio di parenti, un pensionato. Io arrivai all’officina in motorino. Lo parcheggiai, scesi, mi tolsi il casco e chiesi a Massimo se si trattava di persone di fiducia. Te poi fida’ disse lui.
Così, quasi in modo solenne, domandai cosa ne pensassero delle Olimpiadi a Roma. Le loro risposte furono molto aspre, e non posso riportare le parole esatte per evitare querele. A ogni modo uscii dall’officina, dal mio ‘soviet’ personale tra bulloni, pezzi di ricambio e olio, e mandai un messaggio a Virginia: ‘Sulle Olimpiadi nessuna esitazione, linea durissima. La stragrande maggioranza dei romani sta dalla nostra parte.’”

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