Non dice, legittimamente, se si è vaccinato. Poi si scaglia contro la certificazione verde spiegando che “così com’è” rappresenta una forma di dittatura. E non una semplice dittatura, ma una “infame”. Poi chiede che lo Stato paghi i test anti-Covid ai non vaccinati. Ma non quelli molecolari e antigenici (i più diffusi e i più efficaci), quelli salivari. È un fiume in piena Mauro Corona dopo il suo ritorno in televisione sugli schermi di RaiTre.
Martedì sera, dopo alcuni mesi di “allontanamento forzato” (come deciso dai vertici della televisione pubblica), lo scrittore e alpinista è tornato a collegarsi con Bianca Berlinguer a CartaBianca. Si è presentato in smoking, con una storica frase pronunciata da Enzo Tortora dopo il suo esilio televisivo (per i fatti che tutti conosciamo): “Dove eravamo rimasti?”. Un ritorno alle origini, seguito da un’intervista al quotidiano La Stampa in cui si è sfogato contro la certificazione verde:
“Così com’è, sì. È una dittatura infame perché se uno non vuole vaccinarsi perché ha paura o ha delle perplessità non può rimetterci lo stipendio. Allora ci facciano dei tamponi, però non di quelli che ti trapanano il naso. E ce li facciano gratis”.
Parla, ovviamente, dei tamponi salivari: quelli che prevedono un “prelievo” di saliva, senza l’utilizzo di quei “bastoncini” che vanno a verificare la presenza del virus nel cavo orale e nelle mucose nasali. Insomma, per lui la certificazione verde presente in Italia è una “dittatura infame”. Sul vaccino, invece, non si pronuncia. Non vuole dire se si è immunizzato e utilizza i suoi “modi” per rispedire al mittente questa domanda:
“Questo non lo dico. Sono fatti miei, non voglio essere strumentalizzato. Non sono un cane che mostra i cogli*ni quando cammina”.
(foto: Da CartaBianca, Rete4)