L’agricoltore con le bandiere naziste e le armi in casa

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Mattia Nicola Cazzanelli, agricoltore di 42 anni, aveva armi e munizioni ovunque, dentro i cassetti e in ogni stanza, dalla cantina al garage, dalla camera da letto alle due cassaforti, per non parlare delle due uniformi dell’esercito nazista che aveva esposto in bella mostra nel sotterraneo

Non ci crederete, ma anche lui è in realtà solo un collezionista che non ha alcuna ideologia. Mattia Nicola Cazzanelli, agricoltore di 42 anni, aveva armi e munizioni ovunque, dentro i cassetti e in ogni stanza, dalla cantina al garage, dalla camera da letto alle due cassaforti, per non parlare delle due uniformi dell’esercito nazista che aveva esposto in bella mostra nel sotterraneo e degli «innumerevoli oggetti, immagini ed equipaggiamenti militari».



L’agricoltore con le bandiere naziste e le armi in casa

Ma che non si pensi che Cazzanelli sia un nostalgico nazista. No, no. Come sempre in questi casi, Cazzanelli, celibe e residente con la madre a Lavagno,  si è scusato dicendosi «dispiaciuto» per l’accaduto. «Ho commesso una leggerezza», ha detto in aula dopo essere finito a processo con rito direttissimo di fronte al giudice Carola Musi e davanti al pm d’udienza Giorgia Bonini per violazione dell’articolo 697 del Codice Penale: secondo la tesi sostenuta dall’imputato, avrebbe «fatto un errore» non dichiarando nella loro interezza le armi che aveva a casa, ma da parte sua non sussisterebbe «alcun fine ideologico o intento politico». Il suo sarebbe «unicamente collezionismo fine a se stesso». L’indagine la racconta oggi il Corriere di Verona:

Dai primi accertamenti, si scopre che risulta titolare di un porto d ’armi per uso sportivo del tiro a volo dal 2016 e che ha «regolarmente denunciato 38 armi tra quelle per uso caccia, uso sportivo, armi bianche e armi comuni nonché 500 grammi di polvere da sparo e 365 munizioni a palla a colpo singolo sia per pistola che per fucile».



Ma se tutto ciò era autorizzato a possederlo, lo stesso non si può dire – stando all’accusa che si  ètradotta nel suo arresto in flagranza d’intesa con il pm di turno Paolo Sachar – per il restante«armamentario» custodito dentro casa: dal revolver artigianale calibro 320 (che teneva nel primo cassetto del comodino in camera da letto unitamente a 6 proiettili dello stesso calibro) alla pistola lanciarazzi con relativi razzi, da alcune decine di detonatori a miccia avarie matasse di miccia,da una decina di caricatori per pistola a una quarantina di armi bianche (pugnali,coltelli, spade e baionette), oltre a centinaia di cartucce per pistole di vari calibri e a una dozzina di chilogrammi di polvere da sparo.



La parte divertente è come tutto ciò è stato scoperto: a tradirlo sono stati i «vessilli del Terzo Reich e del reparto delle SS dell’epoca nazista» che sventolavano come se nulla fosse nel giardino posto sul retro della sua abitazione.

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