Matteo Salvini e il bigliettino massonico

La battuta del leghista al forum di Cernobbio. E i suoi precedenti

«Le prime volte che venivo qui c’era qualcuno che mi dava il bigliettino massonico e questa scena negli anni è avvenuta sempre più frequentemente»: chissà di cosa parlava di preciso Matteo Salvini ieri durante il suo intervento al meeting di Cernobbio, quando ha parlato del bigliettino “massonico” che gli veniva dato al forum di The European House-Ambrosetti a Cernobbio.



La battuta era evidentemente maliziosa e aveva un obiettivo ben preciso, che evidentemente però il Capitano ha voluto tenere per sé. Di certo non è la prima volta che Salvini chiama in causa i massoni e la massoneria. Nel giugno 2016, aprendo a Parma il cantiere del nuovo centrodestra, aveva chiamato in causa i cappuccini parlando dell’Europa e dell’Unione Europea: “L’Unione europea è la negazione dell’Europa, l’Unione europea è un’Unione sovietica. Il destino di 500 milioni di persone è in mano a cinque massoni, banchieri, finanzieri, che se ne fregano del lavoro e dell’occupazione. O l’Unione si sveglia adesso oppure, come sono usciti gli inglesi, potranno uscire tanti altri”. All’epoca del governo Monti del resto la base della Lega chiamava in causa la massoneria, la finanza “ebraica” e addirittura la Commissione Trilateral per spiegare la nascita dell’esecutivo che aveva mandato all’opposizione il Carroccio che all’epoca non era ancora salviniano. Le tradizioni si ripetono sempre.



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