Centosessantuno diconsi centosessantuno, signora mia. La maggioranza di Renzi in Senato scricchiola, ma che per salvarla servisse l’intervento decisivo del senatore ex MoVimento 5 Stelle Luis Alberto Orellana rea una cosa che non si aspettava nessuno. Il 26 febbraio 2014 era stato espulso dal MoVimento 5 Stelle insieme ai senatori Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista, dopo che il giorno prima l’assemblea dei parlamentari del MoVimento aveva dato parere favorevole all’espulsione. Oggi è diventato il nemico pubblico numero uno dei grillini. Come è potuto succedere?
ORELLANA SALVA RENZI
Ieri sera nel voto decisivo sulla nota di aggiornamento al Documento Economico Finanziario nella maggioranza sapevano di poter contare solo su 163 voti. Perso quello di D’Alì passato da Ncd a FI e quello di Caridi che starebbe per fare altrettanto, con Mario Mauro in Kurdistan («Che avrei fatto se ci fossi stato? Io sono molto critico sul Def, esattamente comel’Europa») e l’altro popolare Di Maggio contrario, hanno rischiato di passare alla storia l’assenza per errore del pur diligente pd Ignazio Angioni e quella del ritardatario Giuseppe Lumia, salutato al suo ingresso trafelato in Aula dal presidente di turno Calderoli conun «Meno male che Lumia c’è,vedrà che la ringrazieranno…». Un grazie peraltro va allo stesso Calderoli: se a presiedere al suo posto fosse stato un esponente della maggioranza, il governo sarebbe andato sotto (chi presiede non vota). Decisivi invecei sì dei tre pd (Ricchiuti, Mineoe Casson) che non avevano votatola fiducia al Jobs act. Ma con tutto questo si arrivava a 160, e di voto ne mancava uno. Quand’ecco che si sacrifica Orellana.
E subito deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle vanno all’attacco su Twitter e Facebook: