La maggioranza in Senato scricchiola?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-14

Ieri il ritorno di D’Alì in Forza Italia. Altri due sarebbero pronti a seguirlo. La maggioranza si regge su sei senatori

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La maggioranza di Matteo Renzi in Senato scricchiola. Ieri l’annuncio del ritorno del senatore Gianfranco D’Alì in Forza Italia, che porta adesso la maggioranza a Palazzo Madama a reggersi su soltanto sei senatori. Il comunicato con l’annuncio di D’Alì segue la cena tra il senatore trapanese e Silvio Berlusconi di domenica sera. Ma la notizia è che altri potrebbero seguirlo a breve:

«Forse uno, non più di due» prevedono i dirigenti del Nuovo centrodestra sotto assedio. Si fa anche un nome, un altro senatore, il calabrese Antonio Stefano Caridi, se il pressing dovesse andare a buon fine potrebbe ufficializzare anche lui il passaggio entro la settimana. Sembra essere più «a rischio» di altri, a sentire i veritici Ncd. Gli altri sono quel drappello di 6-7, per lo più campani, calabresi e siciliani i cui nomi erano circolati nei giorni scorsi. Loro avevano diffuso il 3ottobre un comunicato per denunciare la “disinformatia” di stampo forzista e minacciare querela contro chi avesse insistito nel tirarli in ballo: Piero Aiello, Giovanni Bilardi, Massimo Cassano, Nico D’Ascola, Antonio Gentile e Guido Viceconte (La Repubblica, 14 ottobre 2014).

La maggioranza in Parlamento prima delle dimissioni di Tocci e del cambio di bandiera di D'Ali (Corriere della Sera, 30 settembre 2014)
La maggioranza in Parlamento prima delle dimissioni di Tocci e del cambio di bandiera di D’Ali (Corriere della Sera, 30 settembre 2014)

Il Nuovo Centrodestra, per reazione, abbandonerà il tavolo delle alleanze con Forza Italia in vista delle elezioni regionali. Ma questo cambia poco, se non per lo stesso NCD che adesso avrà problemi a far eleggere i suoi rappresentanti. Per Berlusconi invece D’Alì è uno dei tasselli di un piano che sta costruendo da mesi. E che prevede non certo la caduta di Renzi o le elezioni, ma la possibilità di entrare in maggioranza sostituendo Alfano. Una situazione che per Renzi significherebbe stringersi ancora di più nell’abbraccio dell’ex Cavaliere. Con tutte le conseguenze possibili.
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