La Lombardia e il consiglio di riaprire solo l’8 giugno

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La Regione che ha ancora il numero più alto di contagi e di morti da Covid-19. Il governo ha deciso di far valere anche per i lombardi le regole che varranno per tutti gli altri: libertà di circolazione ovunque senza quarantene. Alle orecchie di Fontana, però, in queste ore di telefonate e trattative sotterranee, è arrivato un consiglio...

Annalisa Cuzzocrea su Repubblica oggi racconta cosa sta succedendo dopo la decisione di riaprire tutta Italia senza eccezioni a partire dal 3 giugno. In particolare



A preoccupare più di tutto i governatori restii alla riapertura dei confini a partire dal 3 giugno, è la Lombardia. La Regione che ha ancora il numero più alto di contagi e di morti da Covid-19. Il governo ha deciso di non porre alcuna restrizione ulteriore, di far valere anche per i lombardi le regole che varranno per tutti gli altri: libertà di circolazione ovunque, senza quarantene, senza passaporti sanitari di sorta.

Alle orecchie del leghista Attilio Fontana, però, in queste ore di telefonate e trattative sotterranee, è arrivato un consiglio da parte dei ministri competenti: «Se non ve la sentite, se pensate che sia meglio aspettare ancora qualche giorno, magari lunedì 8 giugno come aveva suggerito l’assessore al Welfare Giulio Gallera, decidete voi di restare chiusi. Ma non potete costringere tutto il Paese ad aspettarvi».



Il 29 maggio scorso proprio Gallera aveva parlato di attesa fino ai numeri dell’8 giugno prima di riaprire la Lombardia. Una dichiarazione che poi è stata superata dagli annunci di Conte e Speranza:



I numeri del monitoraggio del ministero della Salute sono buoni e dicono che l’Italia è pronta a riaprire. Per questo si lavora — come ha spiegato ai colleghi Luigi Di Maio nella riunione di venerdì sera — a stipulare accordi reciproci con Francia e Germania per anticipare la circolazione dei turisti con quei Paesi. «Puntiamo sugli arrivi dalla Germania — dicono alla Farnesina — per rianimare un settore che rischia il collasso. La cosa fondamentale ora è che le Regioni adottino misure omogenee. Un turista che viene in Italia deve sapere di quali documenti ha bisogno e questi devono valere per tutto il territorio».

Non a caso, il ministro degli Esteri francese sarà in Italia il 3 giugno e il capo della Farnesina sarà in Germania il 5. Per poi andare in Slovenia e soprattutto in Grecia, il Paese che per ora ci ha chiuso le porte, come le ha chiuse a Francia e Spagna, in attesa di dati sanitari migliori. Garantire l’omogeneità delle Regioni non sarà però facile. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca continua a dire che «non si comprende quali siano le ragioni di merito che possano motivare un provvedimento di apertura generalizzata». Parla di decisioni prese a causa di «spinte e pressioni di varia natura», ma a parte il sardo Christian Solinas, sono in pochi a seguirlo.

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