I messaggi “segreti” di Salvini ai leghisti sulla TAV: «State zitti»

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Deputati, senatori e consiglieri regionali sono scesi in piazza a Torino per dire sì alla TAV mentre nelle chat della Lega Morisi e i vertici nazionali invitavano a non rilasciare dichiarazioni. Ma a quanto pare la consegna del silenzio è stata disattesa da molti. Compreso qualche ministro

«Questo balletto su un’opera importante e strategica come la TAV diventa insopportabile. Non vogliamo essere usati come merce di scambio, non vogliamo essere misere tessere del domino sul tavolo nazionale dove ogni giorno diciamo biscazzieri giocano a figurine col nostro futuro». Così parlava una settimana prima della manifestazione Sì TAV in piazza Castello a Torino Gianna Gancia consigliere regionale Piemonte per la Lega nonché moglie del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.



Le chat del Carroccio e la consegna del silenzio

La consigliera Gancia il 10 novembre poi sarebbe andata in piazza a manifestare a favore della Torino-Lione. Con lei anche i parlamentari della Lega Gualtiero Caffarrato, Marzia Casolati e Alessandro Benvenuto e la consigliera regionale Elena Maccanti. La presenza dei leghisti alla non avrebbe dovuto stupire: la Lega è da sempre a favore della realizzazione della linea ferroviaria TAV, eppure da quando si è insediato il governo gialloverde i vertici nazionali hanno mano a mano diradato le proprie dichiarazioni sulla Torino-Lione. Le ultime degne di nota sono quelle rilasciate a fine luglio dal sottosegretario ai Trasporti Armando Siri.



Ieri sera a Piazza Pulita si è appreso che mentre la delegazione della Lega manifestava in piazza e i leghisti presenti rilasciavano dichiarazioni in cui ribadivano con forza «che l’opera va realizzata» nelle chat riservate agli eletti del Carroccio succedeva tutt’altro.



Il capo della comunicazione Luca Morisi ad esempio suggeriva di non rilasciare dichiarazioni sulla manifestazione TAV. Il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari – che pure il giorno prima aveva dato il via libera alla partecipazione dei leghisti alla manifestazione – invitava a tenere un profilo basso e a non rilasciare dichiarazioni.

Stesso concetto ribadito da Iva Garibaldi, capo ufficio stampa di Matteo Salvini che faceva sapere che su indicazione di Salvini i leghisti erano pregato di non intervenire sulla TAV.

In piazza Castello però i leghisti non hanno rispettato la consegna del silenzio dichiarando: «Siamo parlamentari eletti in provincia di Torino, rappresentiamo una forza politica di governo che vuole dialogare. Siamo favorevoli alle grandi opere e riteniamo la linea Torino-Lione fondamentale e strategica per il Piemonte e per tutto il paese». Gli esponenti della Lega ribadivano di essere scesi in piazza per manifestare la propria vicinanza agli imprenditori piemontesi e al mondo produttivo imprenditoriale che si era schierato a favore della Torino Lione.

Il pressing dei leghisti su Salvini per il Sì alla TAV

Ieri a La 7 Gianna Gancia ha fatto dichiarazioni pesanti sul governo nazionale e sull’alleanza Lega-M5S chiedendo a Salvini di esprimersi chiaramente sulla TAV. Il leader leghista però continua a dire che bisogna aspettare l’analisi costi-benefici. Molto meno cauto il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio e che il 10 novembre durante la visita a Eicma alla Fiera di Milano si detto «convinto che la Tav sia una struttura che serve e secondo noi della Lega la Tav si fa».  Centinaio ha aggiunto anche che «noi come Lega siamo convinti che la Tav serva».

Anche il capogruppo leghista al consiglio comunale Fabrizio Ricca (anche lui in piazza con i Sì TAV) da piazza Castello aveva annunciato che avrebbe chiesto «il ritiro dell’ordine del giorno contro la Tav: perché va contro la posizione espressa dalla città e perché è contrario al contratto di governo». La Lega insomma fa fatica a serrare i ranghi e ad attestarsi sulle posizioni del MoVimento 5 Stelle, sarà forse perché in tempi non sospetti proprio Luca Morisi spiegava ai suoi che i pentastellati erano uguali ai “sinistri” amici dei NO TAV? Il discorso è sempre lo stesso, chi è sul territorio e deve rispondere agli elettori fa sempre più fatica a giustificare l’appiattimento della Lega sulle posizioni del MoVimento 5 Stelle: il reddito di cittadinanza, il condono edilizio ad Ischia e il no alle grandi opere sono tutti punti dolenti per quei leghisti che sono stati eletti promettendo esattamente il contrario.

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