Le “lezioni” di epidemiologia di Claudio Borghi (e la risposta di Burioni)

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Il deputato della Lega ci riprova e su Twitter cerca di dimostrare l'inefficacia dei vaccini attraverso la comparazione di due grafici di Alabama e Vermont. Solo che si dimentica un piccolo particolare...

Roberto Burioni 3. Claudio Borghi Aquilini 0. Si potrebbe sintetizzare così il “match” andato in scena su Twitter in queste ore tra il virologo e il deputato della Lega Nord. Nulla di strano, dal momento che il terreno di scontro era nientemeno che una serie di grafici e dati epidemiologici che il mai domo Borghi ha deciso di divulgare sui social, in barba alla sua completa ignoranza in materia e compiendo – al solito – errori da matita blu per comprendere i quali non serve una laurea in virologia, basta e avanza aver completato la scuola dell’obbligo.



Il tema sollevato da Borghi questa volta sono due grafici che mostrano i casi di contagio da Covid-19 in Vermont e in Alabama a confronto, corredato da questo tweet:


“Cosa dicono oggi Bassetti e C.? Che bisogna vaccinare di più per fermare il contagio, limmunità di gregge e altre fenomenate vero?
Prendiamo gli stati americani, il più vaccinato è il Vermont, 67% totalmente vaccinati, quello meno è l’Alabama, 35%
Chissà la differenza! Ah no…”



Il tutto per dimostrare la cara vecchia tesi leghista: che i vaccini non funzionerebbero o non sarebbero efficaci. Già, peccato che i due grafici a confronto abbiano due scale completamente differenti, e quindi, per loro natura, semplicemente incomparabili. La risposta – o sarebbe meglio da dire, la blastata epica – gliela dà il virologo Roberto Burioni, che sempre su Twitter riprende il tweet di Borghi e lo sbugiarda con una scioltezza quasi imbarazzante.

“Borghi, che da qualche giorno gioca a fare il virologo con scarso successo, non si è accorto che nel grafico di destra Vermont) la scala va da 0 a 300, in quello di sinistra {Alabama) va da 0 a 7500. Il vaccino funziona”.

Non è la prima volta che Borghi si avventura nell’accidentato mondo della virologia, brandendo e agitando studi, dati e documenti che, alla prova dei fatti, si rivelano o parziali o decontestualizzati o smentiti dalla comunità internazionale. L’ultima volta, la più eclatante, accadde a PiazzaPulita, quando il “nostro” tentò di dare lezioni di epidemiologia nientemeno che ad Andrea Crisanti. Risultato? Anche lì respinto con perdite. Ma Borghi un pregio ce l’ha: non si arrende mai. A costo di andare a sbattere contro un muro e farsi molto male. La coerenza, bisogna ammetterlo, non gli manca. Gli mancano solo quei venti o trent’anni di studi scientifici che non guastano quando provi a dare lezioni ai professori universitari nel loro campo, in casa loro.