«La lista dei ministri M5S? Come organizzare una partita tra ubriachi»

Un rappresentante della società civile contattato da Di Maio, che ha rifiutato il posto, spiega come è andato il casting M5S

Giuseppe Salvaggiulo su La Stampa racconta una serie di retroscena comici dietro la presentazione della lista dei ministri M5S via mail al Quirinale che Di Maio ha fatto ieri:



«Lo dico senza puzza sotto il naso né pregiudizi: lo standard della definizione di questa lista di ministri è stato pari all’organizzazione di una partita di calcetto tra ubriachi e autistici». Così scherza uno dei «competenti della società civile» contattato da Luigi Di Maio per entrare nel «fantastico team». Il capo politico del Movimento 5 Stelle gioca nell’ultima settimana la carta della squadra di governo con due obiettivi: accreditarsi come l’unico vero candidato premier, simulando non senza forzature un sistema presidenziale; spostare attraverso nomi qualificati e identitari una quota di voti marginali, decisivi nei collegi uninominali.

L’idea era comporre il mosaico per intercettare diverse categorie di elettori: delusi di sinistra, giovani, donne, ambientalisti, professori, establishment. Operazione non del tutto riuscita, forte la sensazione dello scivolamento sulle seconde linee. Per giorni è andato in scena il remake della caccia all’assessore della giunta Raggi, a quasi due anni di distanza. I testimoni raccontano di intermediari improvvisati, approcci sbrigativi, convocazioni da agenzia di lavoro interinale («Lei si deve presentare oggi alle 2». «Ma da chi, scusi?»), una certa opacità nelle comunicazioni: impossibile sapere gli altri nomi della squadra, consegna assoluta del silenzio, divieto di porre domande o condizioni. Il che, a dispetto della personale cortesia e della buona impressione suscitata da Di Maio nei colloqui, ha indotto parecchi a defilarsi. O per lo meno a temporeggiare, in attesa degli incerti sviluppi della legislatura.



I ministri presentati da Luigi Di Maio a DiMartedì (Corriere della Sera, 28 febbraio 2018)

L’anomalo rapporto con il Quirinale non ha giovato.

L’ultimo rifiuto, ieri, è arrivato da Guido Bagatta, giornalista e commentatore (Mediaset, Radio Deejay), con un criptico comunicato ufficiale: «Mancano le condizioni». Era stato Davide Casaleggio, conosciuto a un convegno sul web marketing, a propiziare il contatto con Di Maio. Si videro «piacevolmente», da cosa nacque cosa. Due giorni fa sembrava fatta, poi la retromarcia: una discesa in campo a pochi giorni dalle elezioni avrebbe comportato incompatibilità professionali, col rischio di finire in fuorigioco in caso di diverso esito elettorale.



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