La risposta di Patrick Zaki agli insulti per un commento su Juventus-Bologna

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Lo studente egiziano aveva commentato l'arbitraggio del match di Serie A e da lì è partita una serie di insulti, accuse e "auspici" per un suo ritorno in carcere

Un commento pubblicato sui suoi canali social nei concitati minuti finale di Juventus-Bologna, match valido per la 33esima giornata di Serie A. Ed è lì che il tifo calcistico ha nuovamente mostrato il peggio di sé. A finire nel mirino degli insulti dei “tifosi”-hater della rete è stato, questa volta, Patrick Zaki che dall’Egitto (dato che, per via del processo ancora in corso, non può ancora far ritorno in Italia) ha voluto dare un suo commento sull’arbitraggio e sulla doppia espulsione contro i felsinei arrivata nei minuti finali, prima del pareggio dei bianconeri. E proprio in risposta a quel tweet, si è scatenato il peggio.



Insulti Patrick Zaki dopo Juventus-Bologna, la risposta perfetta

Un commento a caldo che ha provocato la reazione incontrollata dell’odio di alcuni (molti) sostenitori della Juventus che hanno iniziato ad accusarlo, insultarlo e anche a sperare nel suo ritorno in carcere. Tutto per aver criticato un arbitraggio. E a questi insulti, Patrick Zaki ha voluto rispondere così:



“Ieri (sabato, ndr) ho deciso di commentare la partita tra Bologna e Juventus, dicendo qualcosa che credo sia molto normale tra i tifosi di calcio di tutto il mondo. Mi sono trovato di fronte a decine di insulti e aggressioni, fino all’odio. Non mi dispiace avere regolarmente discussioni accese con i tifosi di diverse squadre, amo il calcio e apprezzo questo tipo di divertimento. Tuttavia, quando ho scoperto che la gente sperava che io tornassi in prigione e fossi messo a tacere, mi ha davvero colpito come il discorso d’odio possa essere innescato così facilmente. Sinceramente non capisco come questa escalation sia stata così rapida e perché dopo due anni di silenzio, vengo attaccato dalle stesse persone che una volta mi sostenevano, solo perché ho detto la mia opinione sulla partita. Non volevo offendere nessuno con le mie parole e accetto il diritto di ogni persona di esprimere la propria opinione, spero solo che le persone mi lascino esercitare il mio diritto fondamentale di dire la mia opinione su una partita. In un mondo pieno di ogni sorta di censura da parte di vari attori, io scommetto sempre sulla gente per proteggere i diritti di libertà di parola degli altri anche se non sono d’accordo. Se non posso dire la mia opinione sul calcio senza essere attaccato, non sono sicuro di come dovrei recuperare la mia voce in questioni più importanti. Eppure, amo tutti i tifosi di calcio e capisco che a volte il nostro amore per la nostra squadra ci rende un po’ sulla difensiva, ma io traccio la linea per attaccare la vita personale di qualcuno e augurare cose cattive su di loro. Alla fine, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto in qualsiasi momento e quelli che ancora mi sostengono, voi riaccendete la mia fede nell’umanità.
Forza Bologna”.

Aggressioni verbali, insulti, commenti fuori luogo che solamente il calcio è in grado di far uscire fuori dalle bocche alle prese con l’enfasi del giuoco del pallone che – spesso e volentieri – libera istinti primordiali. E questa non può essere una giustificazione. A scatenare il tutto è stato questo commento postato dall’egiziano su Twitter.



Certamente un commento un po’ colorito che riporta alla mente vecchi processi (parliamo del 2006) per cui il club bianconero (ma anche altre squadre) fu condannato anche con un anno di “purgatorio” in Serie B oltre a una reputazione crollata ai minimi storici a livello internazionale. Ma sotto a quel tweet troviamo una serie di risposte di cui mostriamo solamente una piccola selezione, ma esemplificativa.

Dagli insulti personali a chi esalta e inneggia ad al-Sisi, fino a chi non sa nulla del caso che lo sta riguardano e lo invita a tornare in Egitto (lui non può lasciare l’Egitto dopo l’ennesimo rinvio della sua udienza). Fino a chi fa riferimento a “pagamenti” fatti dallo Stato italiano per restituirgli la libertà. Falsi storici che solamente l’ebbrezza del tifo calcistico rendono argomento di contesa. Per una partita di pallone.