Cita, come spesso gli capita, Jep Gambardella ne “La Grande Bellezza” (il capolavoro di Paolo Sorrentino). Perché lui “la cosa bella non è organizzare la festa, ma avere il potere di farla fallire”. Poi si spinge oltre, indicando la data di scadenza del governo Meloni e il ruolo primario di Italia Viva e Azione (nell’ambito del Terzo Polo) a partire dalle elezioni Regionali in Lombardia e da quelle per il rinnovo del Parlamento Europeo. Un Matteo Renzi che, dunque, sembra avere le idee molto chiare sul destino suo e del Paese (almeno a livello politico).
Nella sua intervista al quotidiano La Stampa, il leader di Italia Viva sostiene che – nonostante i sondaggi odierni – l’appeal elettorale di Giorgia Meloni è destinato a crollare. Soprattutto a partire dal 2024, quando – dopo oltre un anno e mezzo di governo – Fratelli d’Italia (così come Lega e Forza Italia) pagheranno il conto alle elezioni Europee:
“So che nel 2024 alle Europee questo governo rischierà di andare a casa, lì saremo pronti”.
Un vaticinio che, però, non viene motivato da fatti concreti. Ovviamente, l’esempio più calzante è rappresentato da Matteo Salvini che dopo le Europee del 2019 (in cui la Lega ottenne il 34,6%) ha visto il suo consenso crollare vertiginosamente. E proprio a partire da quella data, ci sarà l’exploit della sua alleanza con Carlo Calenda.
“Siamo distinti dalla destra di Meloni e Salvini come lo saremmo rispetto a quella di La Russa e Zaia,ma anche dalla sinistra sempre più succube di Conte e Fratoianni. Ma se non si vuole seguire sovranisti e populisti, siamo noi la grande speranza della politica italiana. Fossi venuto un anno fa, mi avreste chiesto dove sarei arrivato col mio 2%. Oggi ci chiedete del 13% di Moratti. Nel 2024 siamo primo partito, scommettiamo?”.