I 450 che hanno rifiutato il posto fisso al Comune di Roma

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Dal 2018 il Campidoglio ha ingaggiato oltre 2300 addetti. In 450 hanno rinunciato al contratto a tempo indeterminato dopo aver vinto il concorsone del 2010

Il Messaggero racconta oggi che 450 persone, ovvero uno si cinque di quelli che avevano superato la selezione, ha detto no al Comune di Roma nel 2018 e nel 2019. Il concorso con cui l’amministrazione di Roma ancora oggi assume personale risale al 2010. Una maxi-procedura – non a caso subito ribattezzata “concorsone” – che è rimasta impantanata per quasi sei anni, tra un rimpallo amministrativo e un ricorso legale. Fino a che, nell’ultimo scampolo del 2016, si è cominciato ad assumere. I primi due anni quasi nessuno rifiutava il posto, raccontano a Palazzo Senatorio.



Nell’ultimo biennio invece si è registrato un boom di rigetti. Parlano i numeri: nel 2018 e nel 2019 sono stati assunti dal Comune di Roma 2.300 dipendenti. Eppure il Campidoglio ha avuto più di un grattacapo per coprire tutti i posti, perché quasi 450 candidati hanno rinunciato a un passo dalla firma. Per fortuna la graduatoria degli “idonei” era piuttosto lunga: è bastato scorrere la lista per riuscire ad assegnare tutti gli incarichi, tra vigili, giardinieri, travet e contabili. Ma la trafila si è comunque allungata, perché per ogni “chiamata” andata a vuoto, l’iter del reclutamento è dovuto ricominciare da capo.

Il posto fisso al Comune di Roma e i 450 rifiuti (Il Messaggero, 28 gennaio 2020)

Dal 2016 a oggi il Campidoglio ha arruolato quasi 5mila persone, comprese le maestre precarie che sono state stabilizzate. Risultato: la spesa per il personale, che nel 2015 ammontava a 906 milioni di euro – solo per i contratti a tempo indeterminato – nel2018, l’ultimo dato disponibile, è arrivata a quota 996 milioni. Quasi cento milioni in più, un miliardo in totale. In linea, grosso modo, con quanto sborsato dall’amministrazione cittadina nell’anno appena concluso.



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