I grillini che non pagano i 300 euro a Rousseau

Tag:

Il Giornale scrive che parecchi parlamentari stanno contestando la gestione di Rousseau, temono il rischio schedatura già denunciato da questo quotidiano, protestano per i malfunzionamenti ed esigono chiarimenti sulla gestione dei propri dati personali

Quattro grillini su cinque non pagano i 300 euro per Rousseau. Il Giornale ne parla oggi in un articolo a firma di Giuseppe Marino:



È sufficiente un’occhiata ai resoconti da poco pubblicati dalla piattaforma, dopo innumerevoli e pressanti richieste da parte dei parlamentari M5s, per scoprire che nei primi due mesi dell’anno meno di uno su cinque (61 su un totale di oltre 330) hanno versato regolarmente i 300 euro al mese. Non hanno più pagato anche molti big: nell’elenco manca perfino Luigi Di Maio, oltre a esponenti del governo come Giulia Grillo, Danilo Toninelli, Laura Castelli e la vicepresidente del Senato Paola Taverna. Per il capo politico e vicepremier si tratta di una grana visto che non è in grado di ottenere «fedeltà» dai suoi eletti.



Il Giornale scrive che parecchi parlamentari stanno contestando la gestione di Rousseau, temono il rischio schedatura già denunciato da questo quotidiano, protestano per i malfunzionamenti ed esigono chiarimenti sulla gestione dei propri dati personali. E alcuni hanno avviato approfondimenti legali per capire come bloccare il pagamento.

I «fondatori» l’avevano previsto e, incredibilmente, hanno inserito nelle regole del M5s l’obbligo di servirsi di Rousseau, in barba al conflitto di interessi di Davide Casaleggio, che è al contempo presidente e tesoriere dell’associazione Rousseau e socio fondatore del M5S. La via d’uscita è sospendere i pagamenti, in attesa di chiarimenti.



Forse non è un caso che i resoconti sui 300 euro si fermino a febbraio. «Confesso che da tre mesi non sto versando i 300 euro – ammette coraggiosamente, vista la facilità con cui si finisce sulla lista nera, la deputata pentastellata Veronica Giannone – ho chiesto tante volte invano spiegazioni sui problemi della piattaforma. Se poi è vero che ci sono fascicoli su di noi, è una cosa che mi fa incazzare».

Leggi anche: Laura Castelli commissaria alla spending review? La nomina già ritirata