Gli altri grillini pronti a passare con Berlusconi

Lo scouting di Forza Italia tra gli esponenti M5S va avanti da qualche tempo e sta cominciando ad avere molti frutti. I rischi sono a Palazzo Madama

Matteo Dall’Osso potrebbe essere soltanto l’inizio. L’addio del deputato disabile al MoVimento 5 Stelle che ha movimentato la giornata politica di venerdì scorso non mette certo a rischio i numeri di una maggioranza che alla Camera è solida; ma a quanto pare quella di Dall’Osso potrebbe non essere un’uscita isolata. Racconta oggi Luca De Carolis sul Fatto che da tempo Forza Italia sta lavorando ai fianchi i grillini anche a Palazzo Madama con l’obiettivo di far cadere l’alleanza gialloverde e spalancare le porte al centrodestra di governo:



E nell’ultima settimana di colloqui del genere ce ne sono stati diversi. Finiti talvolta con un caffè in buvette, con contorno di frasi ambigue sul prossimo futuro politico. Ed è la conferma di uno schema, perché a ogni forzista è stato chiesto di fare da tutor a un grillino con cui ha fatto conoscenza, preferibilmente in commissione. E di provare a blandirlo, convincendolo che questo governo durerà poco. Però la tela di Fi non si snoda solo così.

Raccontano di non meglio precisate telefonate da Milano, ad alcuni parlamentari, per invitarli a eventi o comunque per stabilire contatti. DIRETTE anche a eletti nei collegi uninominali, teoricamente più permeabili perché saliti solo all’ultimo momento sul carro del Movimento. Ma le vie del corteggiamento forzista non finiscono qui. Perché Fi e Berlusconi restano simboli difficilissimi da deglutire, anche per i 5Stelle più tiepidi o di nuovissimo conio. Così oltre ai forzisti eletti sono entrati in campo anche ex parlamentari, non solo di Fi.



La costruzione della nuova maggioranza passa quindi per un metodo molto simile a quello che ha funzionato nel 2006-2008:



Esponenti dell’Udc o di altre schegge del mondo simil-democristiano, richiamati in missione, sempre per conto di Silvio. NARRA un altro deputato a 5 Stelle, un veterano: “Un ex collega della mia regione mi ha spiegato per almeno un quarto d’ora che è tempo di creare un gruppo di responsabili in Parlamento, per cambiare maggioranza evitando però un nuovo voto.

E non ha usato giri di parole, mi ha detto chiaramente perché era seduto su quel divanetto assieme a me”. Ed è il ritorno di un grande classico dell’era berlusconiana, i responsabili. Una variabile del gioco, che in Senato si fa più delicato. Perché a Palazzo Madamala maggioranza ha solo sei voti di margine, a cui si aggiunge qualche ex M5S che solitamente vota in linea con il governo.

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