Il governo scrive nel DEF che Quota 100 fa scendere il PIL

Nella bozza del Documento di Economia e Finanza che circola a cinque giorni dalla data prevista dalla legge per il varo si spiega che nella dinamica del rallentamento del PIL influisce anche Quota 100

Roberto Petrini su Repubblica racconta oggi che nella bozza del Documento di Economia e Finanza che circola a cinque giorni dalla data prevista dalla legge per il varo si spiega che nella dinamica del rallentamento del PIL influisce anche Quota 100:



Le motivazioni che il Def porta per la contrazione del Pil sono di tre ordini di motivi: il primo riguarda la riduzione del commercio mondiale e la crisi della Germania. Gli altri due sono di natura interna e riguardano quota 100 e il cosiddetto effetto spread.

«La revisione del sistema pensionistico in base alla cosiddetta Quota 100 avrebbe – scrive il Def – un lieve effetto negativo quest’anno», dunque la riforma pensionistica per il Tesoro non avrebbe contribuito alla crescita come più volte si è detto da parte della maggioranza gialloverde, soprattutto di parte leghista.



Infine, terzo elemento, quello che la stampa ha chiamato effetto spread: ai fattori esterni, spiega il Documento , «si è assommato a partire dal secondo trimestre un marcato rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato, che si è accompagnato ad una maggiore cautela da parte di imprese e famiglie».

È significativo ricordare, mentre quella frase potrebbe sparire da un momento all’altro, questa è la tesi di altre istituzioni nella loro analisi della non esaltante crescita italiana:



Una tesi, più volte avanzata da Fmi e Commissione che hanno parlato di incertezza politica, ma che la maggioranza gialloverde ha sempre negato. L’operazione verità continua con la seguente affermazione: «Ciò detto, va sottolineato che la previsione di Pil del 2019, pur essendo notevolmente rivista al ribasso, è soggetta a rischi al ribasso» legati a protezionismo, geopolitica, industria auto e componentistica.

Anche per il 2020, secondo le tabelle cruciali contenute nella bozza del “capitolo I” del Def la crescita del Pil programmatica sarà ridotta rispetto alle previsioni: 0,7 contro l’1,1 per cento stimato nel dicembre scorso.

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