Giuseppe Di Bello, 55 anni, di Capo D’Orlando, ex carabiniere in congedo è la persona che ha trovato il tronco di bambino e gli altri resti che sembrerebbero appartenere a Gioele Mondello. Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo. L’uomo dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l’inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica.
“L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha detto Di Bello all’AdnKronos spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato da animali selvatici”. L’ex carabiniere ha usato una falce per farsi largo tra i rovi; originario di Capo d’Orlando (Messina), stamattina è arrivato con un amico, Francesco Radici che lo ha accompagnato nelle campagne di Caronia. La zona è vicina anche al traliccio dove l’8 agosto è stato rinvenuto il cadavere della mamma del piccolo, Viviana Parisi. Resti martoriati, alcuni investigatori, parlano di un tronco: un corpicino su cui potrebbero essersi accaniti animali selvatici; per alcuni si tratta “al 99%” di Gioele, ma i resti sono irriconoscibili e gli inquirenti non confermano l’identità dei resti. La maglietta sarebbe compatibile con quella indossata quel 3 agosto, data della sparizione, da Gioele. Sul posto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, e il medico legale. Momenti di angoscia per i familiari, per il papà Daniele Mondello, che dovrà essere chiamato per un riconoscimento che appare difficile, visto le condizioni del resti. Il ritrovamento è stato fatto dopo la segnalazione di un carabiniere in pensione.
Per gli investigatori questi resti del corpicino martoriato – forse sbranato da animali selvatici cui potrebbero appartenere quei ciuffi di peli – sono quasi certamente di Gioele, sebbene non siano riconoscibili. Un riconoscimento quindi che appare difficile, rendendo forse necessario l’esame del Dna. Anche la testa è stata trovata decine di metri distante dal punto in cui sono stati individuati gli altri resti ossei segnalati in prima battuta stamane nel sedicesimo giorno di ricerche del piccolo Gioele: il tronco il femore e alcuni peli, forse i capelli del piccolo o appartenenti a degli animali. I familiari del bimbo – il padre del bimbo Daniele Mondello che si è recato sul luogo del ritrovamento insieme alla sorella Mariella e al padre Letterio – non sono stati fatti avvicinare al punto esatto dove è ancora in corso il sopralluogo da parte dei due medici legali e della scientifica, sotto la supervisione del Procuratore di Patti Angelo Cavallo.
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