Sono Giuseppe Cicciù, di 51 anni, di Reggio Calabria, e Mario Di Cuonzo, di 59, originario di Capua (Caserta), i due macchinisti morti nel deragliamento del treno avvenuto questa mattina nel lodigiano. “La prevenzione è da sempre l’arma migliore!”, è l’ultimo post su Facebook scritto nello scorso ottobre da Giuseppe Cicciù, uno dei due macchinisti morti questa mattina nel deragliamento del treno nel lodigiano.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appresa la notizia del deragliamento del treno nel lodigiano, ha espresso il suo cordoglio per i ferrovieri Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, “due nuove vittime del lavoro”, e si è augurato che si faccia presto luce sulla dinamica del grave incidente, per garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza nei trasporti. “In considerazione dell’estrema gravità dell’incidente e nel rispetto delle vite umane domani ci sarà uno sciopero di due ore di tutti i ferrovieri dipendenti da tutte le aziende di settore operanti sulla rete nazionale e locale a partire dalle 12 ai sensi della vigente normativa in materia”, annunciano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast-Confsal, Ugl Taf e Orsa dopo il deragliamento del treno che ha causato la morte dei due macchinisti.
Sono 9 i feriti del Frecciarossa deragliato portati al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Lodi. Tre sono già stati dimessi, uno è in codice giallo con più fratture e gli altri in codice verde con contusioni o escoriazioni al momento giudicate non gravi. I feriti “stanno bene ma sono tutti molto scossi e al momento non vogliono rilasciare dichiarazioni. Uno, in particolare, è in forte stato di shock e non ricorda nulla dell’incidente”, fa sapere l’ospedale, che ha chiuso lo stato d’emergenza.
“Lavorava da tanti anni come macchinista, è stato uno dei primi sui nuovi treni dell’Alta velocità. Era una persona con grande esperienza, non certo un ragazzino, non era certo uno appena arrivato”: così il segretario lombardo della Fit Cisl Giovanni Abimelech descrive all’ANSA Giuseppe Cicciù, uno due macchinisti morti nel deragliamento avvenuto questa mattina nel Lodigiano. “E’ stato un nostro attivista – ha proseguito Abimelech – e nostro delegato Rsu, era molto vicino alla nostra organizzazione e noi vicino a lui. Si faceva notare, arrivava sempre con il sorriso e ce lo ricordiamo tutti, anche se negli ultimi anni si era un po’ allontanato perché aveva una nuova famiglia”. Per Abimelech quanto successo è “senza spiegazioni perchè stiamo parlando di una delle infrastrutture più sicure al mondo, e abbiamo sempre avuto testimonianze in questo senso dagli esperti dell’alta velocità”.
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